In passato essa è intervenuta diverse volte, come si può vedere dal grafico sottostante, ma l’ha sempre fatto vendendo yen, al fine di indebolire la propria valuta.
In questo caso invece, si è cercato di frenare la discesa univoca che stava (e tuttora sta) caratterizzando l’andamento della divisa nipponica, soprattutto contro il dollaro americano.
Interventi FX BOJ - Fonte: Reuters
Si stima che l’intervento possa essere stato pari a 3 tilioni di yen (20.9 miliardi di dollari) e l’effetto che ha avuto sulle quotazioni è stato di invertire la tendenza di brevissimo periodo da 145.90 a 140.30, per poi tornare in maniera veloce vicino ai livelli di massimo.
Intervento efficace?
La qualità dell’intervento è stata sicuramente da apprezzare, con la BOJ che ha atteso la rottura tecnica dei massimi su USD/JPY e l’attivazione di tutti gli ordini di stop (loss ed entry), ma l’efficacia, come è sempre stato dimostrato dalla storia, a meno di interventi coordinati da parte delle maggiori banche centrali, lascia il tempo che trova. Il mercato ha sempre dimostrato di essere più forte delle Banche Centrali, se e quando agiscono singolarmente.
E’ tuttavia indubbio che esista la ferma volontà di contrastare l’ascesa del biglietto verde contro lo yen giapponese, e tale ascesa potrebbe iniziare a creare problemi non soltanto al Paese del Sol Levante, ma anche ad altre economie, europea ed inglese in testa.
Abbiamo visto come anche la Bank of England sia intervenuta sul mercato per acquistare titoli di stato, mentre qui sotto si possono vedere gli interventi in acquisto di euro effettuati nel tempo da parte della BCE.
Interventi BCE - Fonte: ECB
Non possiamo escludere che possano avvenire degli interventi dapprima verbali dei diversi banchieri, il che potrebbe avere effetti sulle tre principali asset class che occorre curare in questa delicata fase storica (obbligazionario, azionario e valutario - con le sue correlazioni con le materie prime), provocando movimenti in grado di condurre a salti di prezzo. Per questo motivo l’idea di ridurrre ulteriormente le leve finanziarie potrebbe essere qualcosa di illuminato da valutare, in modo tale da ridurre il rischio reale monetario (ricordando che esiste la protezione dal saldo negativo per tutti i clienti non classificati come professional), in un mercato che comunque, offre movimenti molto volatili in grado di offrire l’entità di potenziale guadagno che si potrebbe targettizzare in una situazione normale di mercati più calmi.