I CFD sono strumenti complessi e comportano un alto rischio di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 72.2% dei conti degli investitori al dettaglio perdono denaro quando scambiano CFD con questo fornitore. Dovresti considerare se hai capito come funzionano i CFD e se puoi permetterti di correre l'alto rischio di perdere il tuo denaro.
La tempesta perfetta si è abbattuta su Wall Street. Mentre le banche regionali statunitensi precipitano travolte da scandali e prestiti deteriorati, oro e argento raggiungono nuovi massimi storici, dipingendo uno scenario di mercato senza precedenti che richiama i fantasmi della crisi del 2008.
Il crack di First Brands e Tricolor Holdings ha innescato una reazione a catena devastante nel sistema bancario regionale americano. Zions Bancorporation ha perso il 13% in una sola seduta dopo aver annunciato perdite per 50 milioni di dollari su due prestiti compromessi, mentre Western Alliance è crollata dell'11% a seguito di un'azione legale per frode.
Il contagio si è esteso rapidamente: l'ETF SPDR S&P Regional Banking ha ceduto il 6%, trascinando nel rosso l'intero comparto. La miccia è esplosa con la bancarotta di First Brands, produttore di componenti automotive ora sotto indagine del Dipartimento di Giustizia americano per presunte irregolarità contabili.
Jefferies, pesantemente esposta al gruppo fallito, ha registrato il peggior mese dal marzo 2020 con perdite superiori al 25% dall'inizio di ottobre. La banca d'investimento vanta crediti per 715 milioni di dollari verso società legate a First Brands, mentre UBS risulta esposta per circa 500 milioni.
Gli investitori nel mercato dei leveraged loans statunitensi, del valore di 2.000 miliardi di dollari, lanciano segnali di allarme rosso. First Brands figurava tra i principali emittenti di prestiti acquistati dai collateralised loan obligations (CLO), veicoli che riuniscono centinaia di prestiti corporate per ridurre il rischio di concentrazione.
Secondo Morgan Stanley, la società aveva emesso oltre 5 miliardi di dollari tra prestiti senior e junior, acquistati da decine di CLO gestiti da colossi come Blackstone, Franklin Templeton e Oaktree. La maggior parte dei veicoli ha già contabilizzato minusvalenze, con i prestiti ora scambiati a pochi centesimi sul dollaro e perdite implicite superiori a 4 miliardi.
L'emissione di leveraged loan ha raggiunto il record di 404 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2025, ma la velocità delle operazioni ha ridotto drasticamente i tempi di analisi. Quando First Brands raccolse 750 milioni a marzo 2024, gli investitori ricevettero le loro quote in appena una settimana, con oltre 80 CLO risultanti esposti al gruppo.
Mentre Wall Street trema, l'oro tocca nuovi massimi storici superando i 4.300 dollari l'oncia, registrando la miglior performance settimanale dal settembre 2008 con un guadagno dell'8,6%. Il metallo prezioso ha aggiornato il record in ogni sessione della settimana, sostenuto da molteplici fattori:
L'argento non è da meno, toccando il massimo storico a 54,47 dollari l'oncia, superando il picco del 1980, con un guadagno settimanale dell'8% e un rally annuale di quasi il 87%. La scarsità fisica del metallo alimenta ulteriormente la corsa: nell'ultima settimana, oltre 15 milioni di once sono state ritirate dai magazzini Comex di New York.
Il motivo principale di questa crisi si lega ai problemi di crediti deteriorati e alla presenza di pratiche fraudolente. Zions ha evidenziato una significativa perdita sui prestiti di natura commerciale e industriale, anche a causa di crediti concessi a società problematiche. Western Alliance, invece, ha avviato un’azione legale contro un cliente per frode, aggravando le crepe già visibili nella qualità del credito del settore. Questi episodi hanno risvegliato i timori degli investitori circa la reale solidità dei fondi di credito e la fragilità delle banche regionali, con particolare attenzione ai prestiti al settore immobiliare commerciale.
Un elemento critico che alimenta le preoccupazioni sono le enormi scadenze di crediti nel settore immobiliare commerciale (CRE), con oltre 1 trilione di dollari in prestiti in scadenza entro la fine del 2025. Le recenti difficoltà di banche come Zions e Western Alliance, che detengono circa il 44% dei loro portafogli in crediti CRE, evidenziano il rischio di contagio diffuso. Con i tassi di interesse in aumento e i valori degli immobili che calano, il rischio di insolvenza si fa più concreto, e la probabilità di un effetto domino nel settore bancario cresce.
Le tensioni nel settore bancario regionale si riflettono anche sui principali indici di mercato, con il Dow Jones e l’S&P 500 che hanno subito pesanti ribassi, mentre la volatilità è tornata ai livelli di crisi. Gli analisti avvertono che il settore potrebbe risentire di ulteriori perdite se la qualità del credito peggiorerà e se le banche non riusciranno a gestire i crediti problematici. Jamie Dimon di JPMorgan ha commentato che "quando si vede uno scarafaggio, probabilmente ce ne sono altri", sottolineando la presenza di rischi nascosti nel sistema che potrebbero esplodere in modo più ampio.
L’attuale crisi delle banche regionali negli USA rappresenta un campanello d’allarme di fronte a una crescente esposizione ai crediti deteriorati e alle frodi, in un contesto di tassi in aumento e instabilità economica. Se le tensioni proseguiranno e il rischio di contagio si concretizzerà, potrebbero esserci ripercussioni più ampie sui mercati finanziari globali.
Per gli investitori e le istituzioni, questa fase richiede una gestione attenta dei crediti e una valutazione approfondita dei rischi: conservare liquidità, monitorare le esposizioni e diversificare gli asset può essere la strategia vincente per affrontare questo momento delicato.
L’analisi tecnica condotta sul NASDAQ 100, basata sui dati giornalieri raccolti tra ottobre 2024 e ottobre 2025, mette in evidenza una dinamica di mercato complessa e articolata, caratterizzata da fasi alterne di correzione, consolidamento e successivo recupero.
Nel periodo considerato, l’indice ha mostrato un’evoluzione significativa: dopo un avvio stabile in area 20.000–21.000 punti, ha attraversato una fase di volatilità accentuata, per poi riprendere un percorso di crescita che ha portato i prezzi sopra i 24.000 punti nel periodo più recente.
Nei mesi iniziali, il mercato ha mantenuto un comportamento contenuto, con chiusure regolari e volumi mediamente consistenti. Alcune giornate, tuttavia, hanno registrato picchi di scambi eccezionali — oltre 100.000 contratti, segnalando momenti di forte interesse e partecipazione da parte degli operatori.
Successivamente, tra febbraio e aprile 2025, il NASDAQ 100 ha subito una fase ribassista marcata, con i prezzi che sono scesi sotto i 18.000 punti, toccando un minimo tecnico intorno ai 17.500. In questo periodo, i volumi di scambio hanno raggiunto livelli straordinari — oltre 200.000 unità — tipici delle fasi di liquidazione o di ridefinizione della direzione di mercato.
Da tali livelli si è poi sviluppata una fase di recupero strutturale, che ha permesso al titolo di riprendere progressivamente quota, consolidando un’area di supporto solida tra 17.500 e 18.000 punti e spingendosi successivamente fino a 24.000–25.000 punti. Questa risalita, accompagnata da volumi coerenti con il movimento, ha segnato una rinnovata fiducia del mercato e l’inizio di un trend moderatamente rialzista.
L’integrazione delle medie mobili semplici a 14 e 50 giorni offre un quadro tecnico più dettagliato della dinamica recente.
La media mobile a 14 giorni, più reattiva ai movimenti di breve periodo, ha seguito da vicino i prezzi, indicando un’elevata volatilità.
La media a 50 giorni, invece, ha agito come supporto dinamico di medio periodo, confermando la presenza di un trend di fondo tendenzialmente rialzista.
Nel periodo più recente si è verificato un incrocio al rialzo della media veloce sulla media lenta, noto come golden cross, configurazione che segnala un rafforzamento del momentum positivo.
Questo pattern tecnico, pur non indicando garanzie di continuazione, suggerisce che il titolo si trovi in una fase di consolidamento all’interno di una tendenza di risalita.
Il Relative Strength Index (RSI) a 14 giorni — strumento utile per valutare la forza e la velocità dei movimenti di prezzo — mostra valori moderati, stimati tra 60 e 65, ben al di sotto delle soglie di ipercomprato (70) o ipervenduto (30).
Questa configurazione segnala un momentum costruttivo ma non eccessivo, coerente con un mercato in fase di equilibrio, dove le spinte rialziste non hanno ancora raggiunto livelli di esaurimento.
Nel complesso, l’RSI indica una fase di consolidamento sostenuta, priva di segnali estremi di inversione.
I picchi di scambi osservati durante i cali di aprile 2025 e i successivi rimbalzi indicano forte partecipazione e alta volatilità, elementi tipici delle fasi di ridefinizione del trend.
L’analisi delle candele giapponesi fornisce ulteriori elementi interpretativi.
Durante la fase ribassista, in prossimità dei minimi, sono comparse candele a corpo ridotto e doji, tipiche di situazioni di indecisione e potenziale inversione.
In alcuni casi, si è osservato anche un pattern a doppio minimo nell’area di 17.500–18.000 punti, che ha rafforzato il ruolo di quel livello come supporto strutturale.
Nei movimenti successivi, alcune formazioni engulfing (candele che inglobano completamente la precedente) hanno accompagnato i momenti di ripartenza, confermando la presenza di una pressione rialzista graduale ma costante.
Nell’area compresa tra 24.000 e 25.000 punti, invece, si è delineata una zona di resistenza che al momento rappresenta un ostacolo tecnico naturale al proseguimento del trend, almeno fino a una rottura decisa dei livelli superiori.
Applicando una retta di regressione lineare ai prezzi di chiusura del periodo considerato, emerge una pendenza positiva, segno di un trend di fondo moderatamente rialzista.
Sebbene la linea non presenti un’inclinazione particolarmente accentuata, essa conferma la stabilizzazione del movimento ascendente, dopo mesi di volatilità elevata e fasi di incertezza.
Il comportamento laterale osservato in alcune fasi, infatti, appare più come un consolidamento tecnico che come un’inversione strutturale.
È importante precisare che la presente analisi si basa esclusivamente su indicatori tecnici e volumi di mercato.
Non sono stati considerati dati di bilancio, informazioni macroeconomiche o elementi fondamentali in quanto non disponibili nel dataset utilizzato.
L’obiettivo di questa analisi è puramente informativo e a scopo di studio, finalizzato a descrivere l’evoluzione tecnica del titolo senza formulare previsioni operative né suggerimenti d’investimento.
In sintesi, il NASDAQ 100 mostra un quadro tecnico complessivamente positivo, dopo mesi caratterizzati da volatilità e correzioni significative.
Il movimento di recupero dai minimi di primavera 2025 ha consolidato un importante supporto a 17.500–18.000 punti, mentre la zona 24.000–25.000 rappresenta attualmente la principale resistenza di breve periodo.
Le medie mobili, l’RSI e la regressione lineare convergono verso la stessa interpretazione: il mercato si trova in una fase di rialzo controllato, con un trend di fondo ancora favorevole ma non privo di incertezze.
La configurazione attuale riflette un mercato maturo, attento e tecnicamente bilanciato, in cui la direzione futura dipenderà dalla capacità del titolo di mantenere la solidità dei supporti e di superare in modo convincente le aree di resistenza chiave.
S&P 500 ha mostrato un andamento complessivamente dinamico e caratterizzato da alternanza tra fasi di consolidamento e improvvise accelerazioni di prezzo.
Dall’analisi dei dati di chiusura compresi tra ottobre 2024 e ottobre 2025, emerge un quadro misto ma tendenzialmente rialzista, interrotto da frequenti correzioni di mercato.
Dopo un avvio stabile intorno ai 5850–6000 punti fino a dicembre 2024, il mercato ha registrato una serie di movimenti alterni tra gennaio e febbraio 2025, seguiti da una brusca discesa a fine aprile 2025 che ha spinto l’indice fino al minimo di 5074 punti (4 aprile).
Da quel momento si è aperta una fase di recupero graduale, con nuovi massimi nei primi giorni di luglio a 6280 punti, fino a toccare i 6600–6700 punti nel periodo più recente. Nelle ultime settimane, tuttavia, si è assistito a una correzione tecnica che ha riportato le quotazioni in area 6560 punti (17 ottobre 2025).
Nei momenti in cui la media a 14 giorni ha incrociato al rialzo quella a 50 giorni, si sono osservati tentativi di ripartenza, mentre i successivi incroci al ribasso hanno anticipato fasi di debolezza. Attualmente, il prezzo si muove in prossimità di entrambe, segnalando una fase di transizione e un mercato in attesa di una direzione definita.
Il Relative Strength Index (RSI) a 14 giorni, che misura la velocità e l’intensità dei movimenti di prezzo, non ha raggiunto valori estremi (né oltre 70 né sotto 30).
Questa configurazione indica assenza di eccessi e conferma una situazione di equilibrio, dove il titolo non risulta né ipercomprato né ipervenduto.
Le oscillazioni dell’RSI negli ultimi mesi hanno però segnalato diversi momenti di inversione di breve periodo, coerenti con la natura volatile del mercato.
Sul fronte dei volumi, i dati mostrano un’attività di mercato generalmente consistente, a conferma dell’interesse degli operatori.
Nel complesso, i picchi di volumi si sono concentrati durante i movimenti più significativi — sia rialzisti che ribassisti — suggerendo che le fasi di forte volatilità sono state accompagnate da un aumento della partecipazione del mercato.
Le escursioni giornaliere dei prezzi, ossia la differenza tra massimo e minimo, hanno mostrato ampiezza variabile, alternando giornate di elevata volatilità a sessioni più stabili. Questo comportamento riflette una fase di incertezza strutturale, tipica dei mercati in attesa di segnali direzionali.
L’analisi delle candele giapponesi e dei pattern grafici evidenzia formazioni tecniche significative.
Durante la discesa di fine aprile 2025, è comparso un pattern di inversione ribassista, come un possibile bearish engulfing, che ha anticipato il calo successivo, seguito poi da un recupero repentino.
Nelle ultime settimane, la presenza di doji e candele a corpo medio indica indecisione, con un mercato che oscilla tra tentativi di consolidamento e mancate rotture.
I livelli di supporto più rilevanti si collocano tra 6400 e 6450 punti, mentre le resistenze principali si trovano in area 6700–6750 punti.
Questi livelli rappresentano zone tecniche di forte interesse: la rottura al rialzo dei 6750 potrebbe aprire spazio verso nuovi massimi, mentre la violazione dei 6400 potrebbe innescare ulteriori correzioni.
Applicando una retta di regressione lineare ai prezzi di chiusura degli ultimi 50 giorni, si ottiene un trend moderatamente positivo, ma caratterizzato da una lateralità marcata.
La pendenza leggermente rialzista suggerisce una tendenza favorevole, anche se priva di una spinta convinta.
Si tratta dunque di un trend fragile, che potrebbe mutare rapidamente al variare del sentiment e dei volumi.
In sintesi, l’S&P 500 presenta un quadro tecnico complesso e incerto: dopo mesi di forte volatilità e correzioni marcate, il mercato si trova oggi in una fase di consolidamento.
Il trend di fondo appare leggermente rialzista ma fragile, con segnali misti tra possibili inversioni e momenti di pausa.
Con supporti chiave a 6400 punti e resistenze in area 6700–6750, gli investitori dovranno monitorare attentamente volumi e incroci delle medie mobili, in attesa di conferme direzionali più solide.
Fino a quando non emergeranno segnali tecnici netti, la strategia più prudente resta quella di attendere conferme dal mercato, evitando posizionamenti impulsivi in un contesto ancora dominato dall’incertezza.
Negli ultimi sei mesi (da fine ottobre 2024 a metà ottobre 2025), l’oro ha mostrato un trend decisamente rialzista, con i prezzi di chiusura in crescita costante dai circa 2700 dollari fino a superare i 4300–4400 dollari. L’andamento evidenzia una spinta al rialzo sostenuta, confermata da escursioni giornaliere ampie e pattern di candele giapponesi come engulfing o pin bar, che testimoniano una forte pressione d’acquisto nei momenti di rimbalzo dei prezzi.
Anche se i dati sui volumi risultano pari a zero, questo non indica necessariamente una scarsa partecipazione, ma può derivare dalla modalità di trasmissione dei dati.
L’RSI (Relative Strength Index) a 14 giorni si colloca probabilmente in area di ipercomprato (superiore a 70), coerente con la forte pressione d’acquisto. Questa condizione suggerisce che il mercato è energico e dominato dai compratori, ma può comportare brevi fasi di consolidamento o correzione tecnica, tipiche dei trend dominanti molto intensi.
I dati forniti non mostrano volumi di scambio, impedendo una valutazione completa della partecipazione al movimento rialzista. Tuttavia, le escursioni giornaliere dei prezzi sono aumentate, indicando maggiore volatilità e dinamismo del mercato. Questi range ampi confermano l’elevata energia rialzista e la presenza di momenti di forte pressione d’acquisto.
L’analisi dei pattern grafici mostra alcune formazioni rialziste, tra cui engulfing e pin bar nei rimbalzi dei prezzi, che evidenziano tentativi di continuazione del trend e confermano la forza del movimento ascendente. Queste figure tecniche offrono indicazioni utili per monitorare eventuali inversioni di breve periodo, anche se richiedono un’osservazione diretta dei grafici per conferme visive.
La regressione lineare sui prezzi di chiusura conferma un trend rialzista marcato, con una pendenza positiva che evidenzia la forza della pressione d’acquisto e la solidità del movimento ascendente. L’inclinazione della linea di regressione sottolinea che la crescita dei prezzi è sostenuta da dinamiche di mercato reali, sebbene l’RSI in ipercomprato suggerisca prudenza nell’interpretazione dei picchi più recenti.
Non sono disponibili dati di bilancio aggiornati per l’oro. L’analisi si concentra esclusivamente sugli indicatori tecnici e sul comportamento dei prezzi.
In sintesi, l’oro mostra un trend rialzista sostenuto e consolidato, confermato dalle medie mobili, dall’RSI e dalla regressione lineare. La volatilità e l’ipercomprato suggeriscono però possibili fasi di consolidamento o correzione tecnica nel breve periodo. I livelli di supporto e resistenza individuati rappresentano punti chiave per monitorare l’evoluzione del trend.
In controtendenza rispetto ai metalli preziosi, il petrolio scivola verso i 55 dollari al barile, registrando il terzo calo settimanale consecutivo. L'oversupply crescente, alimentato dai rialzi produttivi OPEC+ e dall'output robusto del Nord America, si scontra con segnali di domanda debole e timori per il rallentamento economico globale.
Le scorte energetiche americane sono aumentate di milioni di barili, mentre le tensioni commerciali USA-Cina deprimono le prospettive di crescita. Gli analisti prevedono un surplus di 2 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre 2025, con ulteriori pressioni nel 2026.
Analisi Tecnica Petrolio
Negli ultimi sei mesi, il contratto Petrolio ha evidenziato una volatilità significativa, con movimenti di prezzo che hanno oscillato dai 70–75 dollari fino a superare temporaneamente i 78–80, per poi scendere progressivamente fino ai valori attuali intorno ai 57–59 dollari. Questo andamento riflette un cambiamento nel sentiment di mercato, caratterizzato da una pressione ribassista predominante, pur intervallata da fasi di consolidamento.
Analizzando il periodo da metà Ottobre 2024 a Ottobre 2025, si osserva un quadro di forte volatilità. Dopo una fase rialzista significativa fino a Gennaio 2025, con picchi intorno agli 80 dollari, il mercato ha registrato una fase correttiva che ha portato i prezzi sotto i 60 dollari a Maggio 2025. La ripresa di Giugno 2025 è stata seguita da una nuova discesa, culminata nei livelli attuali. Nelle ultime settimane, i prezzi mostrano massimi e minimi decrescenti, indicando chiaramente una pressione di vendita predominante.
L’analisi tecnica ha preso in considerazione medie mobili a 14 e 50 giorni. La media mobile a breve termine (14 giorni) risulta al di sotto di quella a 50 giorni, confermando una pressione ribassista nel breve periodo. Gli incroci tra le due medie rappresentano segnali importanti: in generale, un incrocio dall’alto verso il basso (death cross) conferma la dominanza del trend negativo, mentre un incrocio dal basso verso l’alto (golden cross) indicherebbe una possibile inversione rialzista.
Il Relative Strength Index (RSI) a 14 giorni si colloca attorno a livelli moderati/bassi, orientati verso condizioni di ipervenduto ma senza raggiungere valori estremi.
Questo suggerisce che il momentum ribassista potrebbe persistere, anche se non in modo eccessivo. L’RSI conferma quindi la necessità di cautela nell’interpretare le dinamiche di breve termine.
L’analisi dei volumi di scambio mostra picchi significativi in corrispondenza di movimenti di prezzo ampi, ad esempio nei momenti di forte calo o di improvvisa ripresa.
Tuttavia, negli ultimi giorni i volumi si sono stabilizzati su valori moderati, mentre le escursioni giornaliere indicano che il mercato continua a cercare livelli di equilibrio tra i 57 e i 63–64 dollari. L’ampio range di oscillazione conferma la persistenza della volatilità e della pressione ribassista.
L’osservazione delle candele giapponesi evidenzia la presenza di pattern ribassisti, come bearish engulfing e pin bar al ribasso, che hanno accompagnato le fasi discendenti del titolo.
Una valutazione visiva del trend dei prezzi di chiusura conferma una pendenza ribassista, rafforzando l’interpretazione di un mercato in fase discendente. Non essendo disponibili i calcoli dettagliati della retta di regressione lineare, il dato resta qualitativo, ma coerente con la sequenza di massimi e minimi decrescenti osservata negli ultimi mesi.
Essendo il Petrolio uno strumento derivato, non sono disponibili dati di bilancio, pertanto l’analisi si concentra esclusivamente su indicatori tecnici e dati di mercato.
L’analisi tecnica mostra un trend ribassista marcato per il Petrolio negli ultimi sei mesi. La media mobile a breve termine, l’RSI e i pattern di candele giapponesi confermano la presenza di pressione negativa, mentre i livelli chiave di supporto e resistenza (57 e 63–64 dollari) offrono indicazioni sui possibili punti di equilibrio del mercato. La volatilità rimane elevata, rendendo l’analisi tecnica un utile strumento di studio del comportamento del titolo, senza rappresentare consigli operativi o di investimento.