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L'oro a 4.237 USD/oz si avvicina al record storico con RSI 68.9 e MACD 180, sostenuto da MM200 a 3.650 e fattori macro come tassi reali negativi; supporti a 4.100 tengono il bias rialzista verso 4.350. L'argento tocca 58.47 USD/oz (+88% annuo) ma RSI 72.1 segnala ipercomprato, con rischio pullback a 56.50 nonostante trend dominante +8.9 in regressione lineare. Il petrolio WTI a 60.14 consolida sopra MM50 a 59.50, con outlook neutro-positivo verso 62.00 condizionato da OPEC+ e PMI globali.
GOLD
L’oro ha chiuso venerdì 5 dicembre 2025 in area 4.295 $/oz, dopo una settimana decisamente rialzista, con un progresso di circa il 2,7–3% rispetto alla chiusura di lunedì intorno a 4.180 $/oz.
Nel periodo 1–5 dicembre le chiusure indicative sono state 4.180 – 4.210 – 4.265 – 4.290 – 4.295 $/oz, con sequenza ordinata di massimi e minimi crescenti, tipica di un trend direzionale long ben strutturato. Il range settimanale si colloca approssimativamente tra il minimo a 4.120 e il massimo a 4.315 $/oz, con acquisti in accelerazione nella seconda parte della settimana anche sulla scia delle aspettative di Fed più dovish e dollaro debole.
La media mobile semplice a 5 giorni si posiziona intorno a 4.248 $/oz, con il close di venerdì superiore, a conferma di un momentum positivo nel brevissimo periodo.
Sul daily esteso, le principali analisi tecniche segnalano un quadro impostato al rialzo: le medie più lunghe sono sotto i prezzi correnti e il segnale complessivo dei moving averages viene descritto come “Strong Buy”.
L’RSI(14) sull’oro si colloca appena sopra 60, in zona bullish ma non ancora in ipercomprato, indicando un trend forte con margine potenziale di estensione prima di un esaurimento tecnico significativo. L’RSI di brevissimo calcolato solo sui dati della settimana restituisce un valore estremo (vicino a 100 nella nostra stima), riflesso di una sequenza quasi solo rialzista, utile come alert per possibili micro-pullback intraday/short term più che come segnale di inversione strutturale.
La regressione lineare sui close 1–5 dicembre mostra uno slope di circa +31 $/giorno, confermando un trend rialzista ben inclinato nel breve periodo.
I supporti tecnici di breve possono essere individuati in area 4.245–4.265 (precedenti massimi/close del 3–4 dicembre) e più in basso verso 4.200–4.180, mentre le resistenze passano per l’area 4.300–4.320 e, in ottica estesa, sui massimi recenti indicati da diverse analisi attorno a 4.380 $/oz.
Sul daily, le ultime barre configurano una struttura di continuazione rialzista: dopo pattern di tipo hammer/reversal su area bassa del canale, l’oro è rimasto compresso dentro un canale ascendente con candele a corpo pieno prevalente verso l’alto e solo ombre superiori moderate, segnale di prese di profitto contenute.

L'argento (Silver Futures) quota a 58.47 USD/oncia al 5 dicembre 2025, con un rialzo giornaliero del +2.23% (+1.28 USD) e performance annuale straordinaria di +88.61%, toccando nuovi record storici vicino a 58.95 USD/oncia. L'analisi tecnica avanzata evidenzia un trend rialzista dominante, con prezzo sopra MM50 (53.20) e MM200 (48.50), regressione lineare +8.9 e MACD fortemente positivo a 8.2, ma RSI a 72.1 indica zona di ipercomprato con rischio di correzione. Supporti chiave a S1 56.50-57.00 e resistenze a R1 oltre 60.00, in linea con outlook rialzista verso 65.85 su domanda industriale e deficit di fornitura.Il prezzo dell'argento consolida sopra tutte le medie mobili principali, confermando un uptrend con prezzo > MM50 > MM200 e stocastici elevati (89-95% su 9-20 giorni), mentre l'RSI a 14 periodi (71-74) e Stochastics a 83 segnalano momentum rialzista ma prossimi a livelli di esaurimento.MACD positivo e ADX a 25-33 indicano forza direzionale (+DI dominante), supportati da volatilità storica in aumento (36-44%) che favorisce estensioni rialziste. La regressione lineare +8.9 posiziona l'argento tra i trend più forti del portafoglio commodities, con prezzo YTD +91%.
Il rally dell'argento beneficia di domanda industriale sostenuta (+25% nel 2025 per fotovoltaico ed elettronica), scarsità fisica di mercato, correlazione con oro e aspettative di tagli tassi Fed che riducono rendimenti reali. Previsioni indicano target a 65-67 USD/oncia entro fine 2026, con crescita da 57.54 USD/december 2025, trainata da ETF inflows e monetary easing. Performance 2025 (+94%) supera platino (+90%) e rame (+30%), con outlook settimanale verso 1.659-1.749 EUR/grammo (equivalente spot).
Supporti dinamici: S1 a 56.50 (reazione rapida), S2 a 53.85 (MM50 e triangle pattern); resistenze: R1 60.00-61.96 (pivot), R2 65.85 (target crescita). Rischi principali includono correzione da ipercomprato (RSI 72, stocastici 95%), spike volatilità o strengthening dollaro; monitorare CPI USA, FOMC dicembre e dati domanda industriale. Catalizzatori positivi: tagli Fed e ETF buying; outlook generale bullish ma con position sizing conservativo.

Il petrolio greggio WTI quota a 60.14 USD/barile al 5 dicembre 2025, con un rialzo giornaliero dello +0.78% (+0.46 USD), consolidando in un equilibrio dinamico sopra la MM50 a 59.50 dopo un trend ribassista di lungo periodo. L'analisi tecnica mostra RSI a 58.5 (neutrale-positivo), MACD debolmente positivo a 2.1 e regressione lineare +4.3 che indica un trend moderatamente rialzista, con prezzo stabile sopra supporti chiave nonostante pressioni da domanda debole e offerta OPEC+. Supporti a S1 58.50-59.11 e resistenze a R1 60.09-62.00, con outlook per test di 61.22 su breakout.
Il WTI mantiene stabilità sopra la MM50 (59.50) e MM200 (57.00), con RSI neutrale intorno a 45-58 che evita ipervenduto e MACD in lieve miglioramento (da negativo a +2.1), suggerendo fading downside pressure su timeframe 4H. La regressione lineare +4.3 conferma bias moderato positivo, mentre ADX e directional movement indicano forza limitata ma ascending trend line intatta; volatilità ridotta favorisce range trading tra 59-61. Prezzo in prossimità di EMA50 e downtrend line, con potenziale inversione su close sopra 60.00.
Il prezzo riflette incertezze su domanda globale debole (PMI manifatturiero bassi), offerta OPEC+ cauta (+137k bpd dicembre ma sospesi Q1 2026) e geopolitica (negoziati Russia-Ucraina, sanzioni USA). Outlook stagionale negativo fino fine dicembre, con rischi oversupply USA/OPEC e crescita domanda fragile; tagli Fed supportano floor ma upside limitato da $62. Previsioni indicano range 55-62 USD, con stagionalità rialzista da gennaio-marzo.
Supporti dinamici: S1 58.97-59.11 (daily S1), S2 58.12-57.31 (swing low); resistenze: R1 60.09-60.19 (daily R1), R2 61.22-62.00 (EMA50/100).
Rischi includono ulteriore debolezza domanda, escalation geopolitica o dollaro forte; monitorare OPEC+ compliance, CPI USA e FOMC dicembre per volatilità spike.
Catalizzatori: negoziati pace Ucraina (ribassista), interruzioni supply (rialzista); position sizing conservativo raccomandato.


I principali mercati finanziari globali mostrano un sentiment positivo nella prima settimana di dicembre 2025, con indici azionari USA in consolidamento rialzista, commodities preziose ai massimi storici e volatilità contenuta dal VIX a 15.41.
L'analisi tecnica avanzata, basata su medie mobili (MM50 e MM200), RSI a 14 periodi, MACD e regressione lineare, conferma trend rialzisti dominanti per Nasdaq (23.578 punti, +0.31%), S&P 500 (6.870 punti, +0.19%) e Dow Jones (47.955 punti, +0.22%), supportati da prezzo sopra tutte le MM principali e RSI tra 61-65, indicanti momentum positivo senza ipercomprato.
Oro e argento guidano le commodities con guadagni rispettivamente dello 0.47% e 2.23%, mentre il forex majors consolida con EUR/USD a 1.1645 in zona neutrale.
Il Nasdaq consolida vicino alla resistenza dinamica a 23.900, con MM50 a 23.280 come supporto e regressione lineare +7.2 che conferma forza rialzista; una rottura sopra 23.900 aprirebbe a 24.100, mentre S1 tiene a 23.200.
L'S&P 500 testa la MM50 a 6.820 con RSI 62.8 e MACD positivo, mirando a 6.950 per nuovi massimi verso 7.000 in caso di break, coerentemente con analisi recenti che evidenziano salite decise.
Il Dow Jones mantiene stabilità sopra MM50 a 47.600, con potenziale breakout oltre 48.500 verso 49.000, riflettendo un trend lungo termine rialzista condiviso dagli indici USA.

Il Nasdaq ha chiuso la settimana al 23.578,13 il 5 dicembre 2025, registrando una performance positiva dell'1,30% rispetto all'inizio della settimana intorno ai 23.276 punti, con un trend rialzista guidato da gains giornalieri costanti.
L'indice ha mostrato chiusure in progressivo rialzo: 23.276 (1 dic), 23.414 (2 dic), 23.454 (3 dic), 23.505 (4 dic) e 23.578 (5 dic), con massimi a 23.578 e minimi a 23.316. I volumi sono rimasti elevati, sostenendo il rimbalzo dopo un contesto di volatilità recente.
La media mobile semplice a 5 giorni (MA5) si attesta a 23.445, con il prezzo di chiusura sopra questo livello, confermando un segnale rialzista di breve termine. Le MA a 50 e 200 giorni agiscono da supporti chiave intorno a 22.999 e 22.461 per il Nasdaq correlato, indicando trend long-term positivo.
L'RSI(14) sul Nasdaq è neutrale a 49,09, evitando zone di ipercomprato nonostante il rally settimanale, mentre il calcolo su dati recenti mostra 100 (ipercomprato sul breve, da monitorare). Questo suggerisce spazio per ulteriori upside senza eccessi immediati.
La regressione lineare weekly mostra un slope di +69,59, confermando un trend rialzista lineare.
Supporti principali a 23.316 (low settimanale) e 23.224 (MA50 correlata); resistenze a 23.578 (high) e 23.125-23.202 (pivot R1-R3).
L'ultima candela giornaliera (5 dic) è bullish, con chiusura superiore all'open e corpo positivo, supportata da higher lows formatisi durante la settimana.
Nessun pattern di inversione evidente, ma watch per rejection wicks su resistenze.
S&P500
L’S&P 500 ha chiuso venerdì 5 dicembre 2025 a 6.870,40 punti, in rialzo di circa lo 0,85% rispetto a lunedì 1 dicembre, con una settimana moderatamente positiva e strutturalmente rialzista.
Tra il 1 e il 5 dicembre le chiusure sono state 6.812,30 – 6.840,20 – 6.849,72 – 6.857,12 – 6.870,40, con progressione di minimi e massimi leggermente crescenti. Il range settimanale è stato contenuto tra il minimo a 6.808,74 (2 dicembre) e il massimo a 6.895,78 (5 dicembre), segnalando una fase di consolidamento rialzista più che di breakout esplosivo.
La media mobile semplice a 5 giorni calcolata sulla settimana si colloca intorno a 6.846 punti, con il close di venerdì sopra questa soglia, confermando momentum positivo nel very-short term. Le medie più lunghe (MA50 ~6.377, MA100 ~6.365, MA200 ~6.323) risultano tutte al di sotto dei prezzi correnti, in assetto “bullish stack” tipico di un trend rialzista maturo ma ancora intatto.
Gli indicatori tecnico-quantitativi mostrano un quadro di forza ma non ancora di eccesso estremo: l’RSI(14) è intorno a 69,5, in prossimità della soglia di ipercomprato ma ancora in zona “buy” più che di esaurimento del trend. Altri oscillatori (MACD positivo, CCI sopra 100, Williams %R in area ipercomprato) confermano un momentum favorevole con rischio crescente di pull-back tecnico nel breve se dovessero presentarsi notizie negative.
La regressione lineare sui close 1–5 dicembre restituisce uno slope di circa +13 punti per seduta, confermando un trend rialzista ordinato nella settimana.
Il supporto settimanale chiave si colloca nell’area 6.810–6.830 (minimi del 2 dicembre e parte bassa del range), mentre la resistenza primaria resta la zona 6.895–6.900, massimo di venerdì e livello psicologico immediatamente sottostante a nuovi massimi.
La candela daily del 5 dicembre è una candela rialzista di prosecuzione: apertura in area 6.866, massimi a 6.895 e chiusura a 6.870, con shadow superiore moderata che indica ancora pressione in acquisto ma anche qualche presa di profitto sui massimi.
Sul breve termine, l’insieme delle ultime candele configura un classico “grinding higher” più che un pattern di inversione, ma la vicinanza all’ipercomprato sugli oscillatori suggerisce prudenza in ingresso tardivo long e attenzione a eventuali pattern di exhaustion nella prossima settimana.

Il VIX ha chiuso venerdì 5 dicembre 2025 a 15,41 punti, in forte discesa dai 16,58 di lunedì, segnando una settimana decisamente risk-on con calo di oltre il 7% della volatilità implicita sull’S&P 500. Tra il 1 e il 5 dicembre le chiusure sono state 16,58 – 16,43 – 16,08 – 15,78 – 15,41, con una sequenza molto ordinata di minimi e massimi decrescenti. Il range settimanale va da un massimo a 18,33 (1 dicembre) a un minimo a 15,28 (5 dicembre), con progressivo “deflating” della paura man mano che l’S&P 500 saliva verso nuovi massimi.
La media mobile semplice a 5 giorni risulta intorno a 16,06, con il close di venerdì al di sotto, segnale coerente con una pressione ribassista sulla volatilità nel brevissimo periodo.Anche le medie più lunghe mostrano un VIX spot sotto le MA50 e MA200 (area 17–20), configurando un contesto di bassa volatilità relativa rispetto agli ultimi mesi.
L’RSI(14) ufficiale sul VIX si colloca in area 35–37, zona di debolezza ma non ancora di ipervenduto estremo, coerente con una fase di compressione della volatilità che potrebbe proseguire ma che inizia a diventare “tirata” sul lato short vol. L’RSI di brevissimo periodo calcolato solo sulla settimana restituisce valori molto bassi (prossimi a 0 nella nostra stima), evidenziando una sequenza di sessioni quasi tutte ribassiste senza rimbalzi significativi.
La regressione lineare sui close 1–5 dicembre mostra uno slope di circa -0,30 punti al giorno, in un trend nettamente ribassista della volatilità implicita. Il supporto settimanale immediato è in area 15,30–15,40 (minimo del 5 dicembre), mentre la resistenza principale passa per 16,50–17,00 e poi 18,30 (massimo del 1 dicembre), livelli dove storicamente possono innescarsi spike di volatilità in caso di risk-off improvviso.
La candela del 5 dicembre è una small bearish continuation per il VIX (minimo e chiusura sui low), speculare alla candela rialzista sull’S&P 500, e non configura ancora un pattern di inversione della volatilità. Il quadro combinato S&P 500 in salita con VIX in calo verso area 15 conferma un ambiente di compiacenza moderata: favorevole per trend follower long equity, ma da monitorare perché eventuali sorprese macro potrebbero far scattare rapidamente un mean-reversion del VIX da questi livelli relativamente bassi.

La settimana si chiude con un chiaro filo conduttore sul mercato valutario: lieve rafforzamento dell’euro, consolidamento della sterlina sui massimi di periodo e progressivo indebolimento del dollaro misurato dal Dollar Index. EUR/USD si mantiene sopra area 1,16, GBP/USD difende la zona 1,33–1,34, mentre il DXY scivola sotto quota 99, segnalando un contesto complessivamente più favorevole alle valute europee rispetto al biglietto verde.
Sul piano tecnico, le tre curve raccontano una stessa storia con sfumature diverse: EUR/USD e GBP/USD lavorano in parte alta dei rispettivi range settimanali, sostenuti da medie mobili in progressivo allineamento rialzista e da RSI in area neutro-positiva, mentre l’indice del dollaro resta incastrato sotto le principali resistenze con oscillatori che descrivono un momentum ancora fragile. Il risultato è un Forex dominato da movimenti ordinati più che da breakout esplosivi, in cui la narrativa su Fed e tassi americani continua a pesare più del dato singolo, lasciando spazio a strategie che ruotano intorno a pullback e re-test di livelli chiave su cross contro USD.
EUR/USD ha chiuso venerdì 5 dicembre 2025 in area 1,1643, poco sopra i livelli di inizio settimana, dopo un movimento moderatamente rialzista ma con fasi di presa di profitto nella seconda parte della settimana.
Tra l’1 e il 5 dicembre i close indicativi sono stati 1,1620 – 1,1624 – 1,1672 – 1,1644 – 1,1643, con un massimo settimanale in area 1,1682–1,1683 e un minimo intorno a 1,1595.
La performance complessiva è di circa +0,20%, con struttura di breve leggermente rialzista ma senza un vero breakout direzionale oltre le resistenze chiave.
La 5-day MA è in area 1,1641, con la chiusura di venerdì marginalmente sopra, a segnalare un bias di brevissimo ancora lievemente bullish.
Le medie più lunghe (MA10, MA20, MA50) restano molto vicine al prezzo (1,1645–1,1657), e l’impostazione complessiva dei moving averages sul daily viene classificata più come “Sell/Neutral” che come forte segnale di trend, indicando un mercato laterale con leggera inclinazione rialzista ma non ancora consolidata.
L’RSI(14) daily risulta in area neutrale (circa 48–50), confermando l’assenza di condizioni di ipercomprato o ipervenduto e un momentum complessivo moderato.
Nel calcolo di brevissimo periodo sui dati della settimana l’RSI risulta intorno a 64, valore coerente con una leggera predominanza dei compratori ma senza eccessi. La regressione lineare sui close 1–5 dicembre mostra uno slope positivo ma molto contenuto (circa +0,0007 per seduta), che definisce un trend rialzista debole, più vicino a un consolidamento ascendente che a un impulso forte.
Il supporto settimanale principale si colloca in area 1,1595–1,1600 (low del 1 dicembre e base del range recente), mentre il primo supporto intermedio passa per 1,1620–1,1625. Sul lato opposto, le resistenze immediate sono a 1,1675–1,1683 (massimi del 3–4 dicembre) e poi area 1,1700 come soglia psicologica superiore, oltre la quale verrebbe confermato un segnale più robusto di ripresa dell’uptrend del cambio.
A livello di candele daily, la settimana mostra una serie di barre con upper e lower shadow significative, tipiche di un mercato bilanciato tra acquisti e vendite, senza pattern di inversione forte ma con un “tentativo” di ripresa del trend rialzista attorno a metà settimana (candela del 3/12 di tipo bullish). Alcune analisi H4 evidenziano un canale ascendente di breve con medie mobili che iniziano a incrociare al rialzo e RSI in divergenza positiva, scenario compatibile con ulteriori tentativi di allungo verso 1,17, purché i supporti 1,1620–1,1600 continuino a reggere.

GBP/USD ha chiuso venerdì 5 dicembre 2025 in area 1,3328, sostanzialmente invariato rispetto a lunedì (1,3330), dopo una settimana in cui il cable ha testato la parte alta del range ma ha poi perso un po’ di momentum rialzista.Tra l’1 e il 5 dicembre i close indicativi sono 1,3330 – 1,3375 – 1,3350 – 1,3320 – 1,3328, con un massimo settimanale in area 1,3405 e un minimo vicino a 1,3240. La performance complessiva è praticamente flat (circa -0,02%), con una struttura che assomiglia a un tentativo di breakout rialzista fallito sopra 1,34 e successivo rientro nel range.
La 5-day MA si colloca intorno a 1,3341, con la chiusura di venerdì leggermente al di sotto, segno che il very-short term ha perso parte della spinta long vista a metà settimana. Sul daily esteso, le analisi tecniche mostrano una 5-day MA attorno a 1,3333 e un quadro complessivo dei moving averages classificato come “Sell” sul brevissimo ma ancora costruttivo sulle MA 20/50/100 in ottica di correzione dentro un trend più ampio.
L’RSI(14) daily risulta vicino alla neutralità (area 50), con alcune letture che indicano leggera pressione di vendita dopo condizioni di quasi ipercomprato toccate sui massimi recenti. Sul set 1–5 dicembre, l’RSI di brevissimo calcolato sui close è intorno a 49, a conferma di un equilibrio tra compratori e venditori dopo lo spike rialzista verso 1,3390–1,3400. La regressione lineare sui close della settimana restituisce uno slope lievemente negativo (circa -0,0006), configurando un trend settimanale leggermente ribassista dopo il test dei massimi.
Il supporto settimanale principale si trova in area 1,3240–1,3275 (minimi della settimana e soglia indicata come limite inferiore del range atteso), mentre supporti intermedi passano per 1,3300–1,3310. Sul lato opposto, le resistenze chiave sono a 1,3385–1,3405 (massimi settimanali e area che diverse analisi individuano come target di correzione rialzista) e, in estensione, 1,36 in caso di breakout convinto sopra 1,34.
Sul daily, la price action dell’area 1,34 ha prodotto candele di esaurimento (tipo pin bar / stallo sui massimi) e un successivo rientro verso 1,33, suggerendo presenza di supply sopra 1,34 e prese di profitto dopo un rally di più settimane.

L’US Dollar Index (DXY) ha chiuso venerdì 5 dicembre 2025 a 98,99 punti, in lieve calo rispetto ai 99,41 di lunedì, segnando una settimana moderatamente negativa che conferma la fase di indebolimento del biglietto verde.
Tra l’1 e il 5 dicembre i close sono stati 99,41 – 99,36 – 98,85 – 98,99 – 98,99, con massimo settimanale in area 99,57 e minimo a 98,77. La performance è di circa -0,42% nella settimana e si inserisce in un quadro più ampio di debolezza mensile, con il dollaro in calo di circa lo 0,7–0,8% nell’ultimo mese e di oltre il 6% su base annua.
La 5-day MA risulta intorno a 99,12, con il close di venerdì sotto questo livello, indice di pressione ribassista di brevissimo periodo. Le analisi sui moving averages daily mostrano il DXY trattare al di sotto sia della 50-day sia della 200-day, configurando un assetto tecnico “bearish” strutturale, con tutte le principali medie che iniziano a curvarsi verso il basso.
L’RSI(14) daily si colloca intorno a 41–42, al di sotto della linea di equilibrio 50, segnalando momentum ribassista ma senza essere ancora in ipervenduto estremo.
Sul nostro set 1–5 dicembre, l’RSI di brevissimo scende verso area 20, un valore che riflette la sequenza di sedute a prevalenza ribassista e suggerisce possibilità di rimbalzi tecnici di breve dentro un contesto comunque debole. La regressione lineare sui close della settimana evidenzia uno slope di circa -0,12 punti al giorno, confermando trend ribassista ordinato sul very-short term.
Il supporto settimanale immediato è l’area 98,77–98,80 (minimo del 4 dicembre e base del range recente), mentre resistenze di breve passano per 99,30–99,57, dove si collocano massimi intraday e top di inizio settimana. In ottica più ampia, diverse analisi individuano una fascia di supporto strategica a 96–97 come area dove in passato sono entrati compratori significativi, soglia che potrebbe diventare il prossimo obiettivo se la pressione ribassista dovesse continuare.
Le candele daily mostrano corpi relativamente contenuti e shadow presenti su entrambi i lati, tipiche di una discesa controllata più che di un panic-sell, con la seduta del 3 dicembre a marcare il baricentro ribassista principale della settimana.
Combinando DXY in discesa con il comportamento di EUR/USD e GBP/USD, il quadro è coerente con un dollaro strutturalmente debole ma soggetto a rimbalzi correttivi, scenario che favorisce strategie pro-risk su valute G10 contro USD finché l’indice rimane sotto le principali medie mobili e al di sotto di area 100.
