La risposta dei mercati è stata immediata e tangibile. Il petrolio ha registrato un'impennata di oltre il 13% intraday, prima di ridurre i guadagni, mentre l'oro è salito notevolmente, con gli investitori che cercavano sicurezza in un contesto di crescente incertezza. Sebbene non siano state rilevate fughe radioattive dall'impianto di Natanz, la chiusura dello spazio aereo regionale ha ulteriormente interrotto la logistica. Le tensioni sono in aumento, con appelli globali alla de-escalation. Un conflitto prolungato potrebbe innalzare il rischio di ulteriore volatilità delle materie prime e rinnovate pressioni sulle aspettative di crescita globale.
I prossimi dati fondamenti potrebbero riflettere un’inflazione al rialzo.
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In questo contesto di incertezza, il posizionamento sistematico dei fondi nel settore delle materie prime mostra una chiara propensione verso i metalli. L'oro mantiene una solida allocazione long del 3,19%, e l'argento è salito all'1,71%, entrambi supportati da elevati Z-score di 1,61 e 1,18 rispettivamente. Questi movimenti riflettono un crescente allineamento del trend e una forte spinta di momentum, in particolare nei metalli preziosi.
Al contrario, le softs (materie prime agricole "leggere") e i cereali rimangono ampiamente sottopesati, con i CTA (Commodity Trading Advisors) che riducono l'esposizione in mais (-1,45%) e soia (-0,02%). Entrambi sono profondamente radicati in percentili bassi e Z-score negativi, evidenziando una persistente momentum al ribasso. Anche il diesel e il gas naturale continuano a registrare deflussi da parte dei CTA, in linea con il deterioramento del sentiment nel settore energetico. In sintesi, l'ampiezza del posizionamento suggerisce che i flussi sistematici si stanno sempre più biforcando, privilegiando gli asset metallici difensivi e riducendo l'esposizione a segmenti di materie prime volatili o con un'offerta abbondante.
In un periodo caratterizzato da forti rischi geopolitici e mutevoli dinamiche di mercato, la cautela e un'attenta osservazione dei flussi di capitale e dei segnali tecnici rimangono fondamentali per gli investitori.
Mantenere i 6000 punti, riconquistati con tanta fatica, sarà fondamentale per continuare la fase di recupero degli azionari. Tuttavia è quasi certo che la volatilità è tornata alta e potrebbe permanere per alcune settimane. Tutto dipende dall’evoluzione del braccio di ferro tra Israele e Iran, sperando di non vedere altri attori partecipare a questa triste pagine di guerra.
Guardando all'ETF SPY si fa riferimento al valore di 600 dollari. La prima resistenza e obiettivo del trend rialzista è a 620 dollari mentre il primo supporto è a 580 dollari.
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Rimanete informati e buona settimana di trading!