
Il Nasdaq arriva a questa settimana dopo un recupero sulle large cap tecnologiche e AI, in coda a dati macro USA misti ma ancora compatibili con uno scenario di “soft landing”. L’indice tecnologico beneficia della forza dei big dell’intelligenza artificiale, ma resta esposto a prese di profitto dopo il forte rally dell’ultimo trimestre e alla sensibilità verso le prossime indicazioni della Fed e dei dati su inflazione e crescita.
Struttura dei prezzi e trend di fondo
Il Nasdaq 100 ha chiuso il 19 dicembre a 25.346,18 punti, in recupero dopo la discesa fino a circa 24.650 del 17 dicembre, evidenziando una fase di rimbalzo da area di supporto intermedio. Il movimento recente si inserisce dentro un trend rialzista di medio periodo: il sell-off sotto 25.000 ha rappresentato una correzione tecnica dopo l’estensione precedente, con il range operativo ora stimato in area 24.600–25.830 punti come fascia chiave di consolidamento.
Su base daily, la sequenza di minimi e massimi resta complessivamente crescente su vari mesi, ma l’ultima rottura ribassista di 25.000 ha introdotto un primo segnale di indebolimento tattico, con il rimbalzo attuale da considerare più come fase di “repair” che come ripartenza esplosiva confermata.

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Il Nasdaq 100 ha chiuso il 19 dicembre a 25.346,18 punti, in recupero dopo la discesa fino a circa 24.650 del 17 dicembre, evidenziando una fase di rimbalzo da area di supporto intermedio. Il movimento recente si inserisce dentro un trend rialzista di medio periodo: il sell-off sotto 25.000 ha rappresentato una correzione tecnica dopo l’estensione precedente, con il range operativo ora stimato in area 24.600–25.830 punti come fascia chiave di consolidamento.
Su base daily, la sequenza di minimi e massimi resta complessivamente crescente su vari mesi, ma l’ultima rottura ribassista di 25.000 ha introdotto un primo segnale di indebolimento tattico, con il rimbalzo attuale da considerare più come fase di “repair” che come ripartenza esplosiva confermata.
Le analisi tecniche di sintesi sull’universo Nasdaq mostrano una configurazione ancora orientata al rialzo sulle principali medie mobili, con la 50 sedute che per il composito si colloca ampiamente sotto i prezzi attuali, confermando un trend di fondo ancora rialzista.
La conferma di segnali “Strong up” sul quadro combinato medie/indicatori indica che, nonostante le correzioni di breve, il momentum strutturale non è ancora stato compromesso.
La regressione lineare applicata agli ultimi mesi mostra uno slope positivo: il canale di regressione sul Nasdaq 100 resta inclinato verso l’alto, ma il recente affondo sotto 25.000 ha portato i prezzi verso la parte bassa del canale, aumentando il rischio di una fase di laterale ribassista se i rimbalzi dovessero fermarsi sotto la fascia 25.800–26.200. In ottica operativa, la convergenza tra bordo inferiore del canale e supporti statico-dinamici intorno a 24.000–24.600 resta un’area critica da monitorare per capire se il trend rialzista di medio possa rimanere integro.
Sul Nasdaq, l’RSI a 14 periodi mantiene valori in area 60–70, tipici di un mercato in trend rialzista ma con fasi ripetute di ipercomprato e successivo raffreddamento.
La combinazione di RSI sopra 60 con MACD ancora positivo e diversi oscillatori in zona “uptrend” conferma la presenza di momentum positivo di fondo, ma segnala anche vulnerabilità a correzioni ogni volta che l’indice si avvicina alle resistenze superiori del range.
Alcuni oscillatori di breve mostrano letture di “overbought”, coerenti con il rally recente post-correzione: ciò suggerisce che eventuali estensioni sopra le resistenze chiave potrebbero generare nuovi episodi di presa di profitto, soprattutto se non supportate da nuovi massimi sui volumi.
Le analisi settimanali sul Nasdaq 100 individuano ora un range di lavoro principale compreso tra 24.600 e 25.830 punti, con primo supporto intermedio in area 24.600–24.700 e zona di supporto più profonda in prossimità di 24.000 punti. Verso l’alto, le resistenze più significative si collocano nell’area 25.800–26.250: solo una chiusura stabile al di sopra di questa fascia riporterebbe un segnale chiaro di ripresa del trend rialzista impulsivo verso nuovi massimi di periodo.
La price action recente sul daily ha mostrato candele di tipo correttivo con momenti di “faltering sentiment” sotto 25.000, seguite da barre di rimbalzo che ricordano configurazioni di recupero da supporto (bullish bar su livelli chiave, con chiusure nella parte alta del range).
Non emergono pattern univoci di inversione ribassista di lungo periodo, quanto piuttosto sequenze di potenziali pattern di continuazione o di consolidamento (es. barre di indecisione tipo doji in prossimità delle resistenze e candele piene rialziste su test dei supporti), coerenti con un mercato in fase di range dinamico all’interno di un contesto ancora strutturalmente rialzista.
In fase di espansione macroeconomica, quando PIL e utili aziendali crescono, il Nasdaq tende a sovraperformare perché il mercato sconta una domanda in aumento per tecnologia, digitalizzazione e AI, premiando i titoli growth e le big tech con multipli più elevati, soprattutto se i tassi reali sono bassi o stabili e la politica monetaria resta relativamente accomodante. In fase di recessione o forte rallentamento, invece, aumentano i timori su utili e capex tecnologici, gli investitori ruotano verso settori difensivi e riducono l’esposizione al comparto tech, generando tipicamente drawdown più profondi e volatilità superiore alla media del mercato, come visto nelle fasi correttive legate a shock di dazi, tensioni politiche o perdita di fiducia.
Oggi gli Stati Uniti si trovano in una fase di espansione matura, con crescita moderata e rischio recessione non nullo ma contenuto (stime intorno al 20–25%), contesto che per il Nasdaq si traduce in un mix di rally alimentati dal tema AI e rapide correzioni su news macro e Fed, coerente con uno scenario di “espansione fragile” più che di recessione conclamata.
Il Nasdaq chiude il 2025 come il termometro più sensibile del compromesso, ancora instabile, tra boom dell’intelligenza artificiale ed economia reale in rallentamento ma non in recessione.
La narrativa di soft landing resta lo sfondo di mercato, con crescita moderata e utili tech nel complesso resilienti, ma il rally guidato da poche big cap ad alta esposizione all’AI rende l’indice vulnerabile a ogni revisione delle aspettative su tassi, inflazione e sostenibilità dei business model più “caldi”. In questo contesto, il Nasdaq continua a rappresentare il barometro privilegiato del sentiment su tecnologia e innovazione: beneficia in prima linea dei flussi su qualità e crescita, ma paga immediatamente ogni incrinatura nella fiducia sulla traiettoria macro o sul vero valore economico della rivoluzione AI.