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Discese dei mercati in pausa. Livelli tecnici sul petrolio

Matteo Paganini
Head of Sales, Italy and Spain
10 mar 2020

Pausa nelle discese o minimi raggiunti?

Nuovi minimi per le borse e recupero durante la notte, con i prezzi che per il momento hanno arrestato le proprie discese. Il Dax, dopo aver toccato i minimi in area 10.170 ha rimbalzato fino a quota 10.950 e lo S&P500 è passato da 2.700 a 2.850, seguiti dal rimbalzo di UsdJpy che conferma le ottime correlazioni con i listini e che, per il momento, indica un attimo di pausa nella catastrofe finanziaria cui abbiamo assistito. Siamo arrivati alla fine dei movimenti ribassisti?Questo chiaramente non possiamo saperlo, ma i flussi di capitale, per il momento, ci dicono che siamo in correzione ma che le tensioni potrebbero non essere terminate. Non abbiamo infatti per il momento assistito alla liquidazione massiccia di posizionamenti lunghi sull’oro per liberare liquidità da poter concentrare in ottica di medio periodo sui listini e siamo in attesa degli ulteriori sviluppi sul fronte di politica monetaria, soprattutto qui in Europa. Se difatti sappiamo che l’America si sta mostrando pronta a tentare di contenere la situazione, in Europa siamo in attesa delle decisioni che arriveranno giovedì, durante il meeting previsto per la BCE. In tanti ragionano sul corridoio dei tassi di interesse, chiedendosi quale possa essere il livello adeguato di tassi, a nostro parere occorre invece ragionare sulla trasmissione di liquidità alle imprese che attualmente si trovano in difficoltà. Purtroppo il sistema europeo è banco centrico, il che significa che probabilmente, se si deciderà di procedere su questa strada, tutto il credito disponibile passerà per le banche, anche se è verosimile che gli venga impedito di utilizzare il denaro messo a disposizione per effettuare operazioni che non siano connesse a prestiti a tassi molto agevolati alle imprese. E’ altresì possibile che si arrivi alla decisione di ampliare l’attuale QE, aumentandolo da 20 miliardi al mese ad una cifra che potrebbe essere individuata nel doppio o in 50 miliardi. La Lagarde crediamo abbia capito che l’inflazione non sia più un target da perseguire e, in questo momento, con il petrolio sui minimi e le difficoltà che stiamo vivendo, andare a rinunciare nel breve periodo a rincorrere un obiettivo comunque non raggiungibile, al fine di provare a dare un aiuto all’economia, ci sembrerebbe una scelta razionale e condivisibile dai mercati.


Petrolio ancora sotto pressione

L’oro nero rimane sotto pressione pur avendo mostrato dei lievi tentativi di rimbalzo dopo aver toccato l’area di 27.50. Ci troviamo di fronte a formazione di minimi crescenti e di massimi statici, il che indica una compressione che potrebbe condurre a tentativi di ripartenza sui quali però prestare molta attenzione in quanto la bidirezionalità del mercato e l’elevata volatilità potrebbero farla ancora da padrone. Per quanto concerne i ragionamenti a livello macroeconomico, nulla è cambiato rispetto a quanto visto ieri (rimandiamo al nostro articolo per chi volesse approfondire), oggi vogliamo tornare a concentrarci sui livelli tecnici da monitorare, dato che ieri ci sono stati dati dei riferimenti dal mercato. Sapete che noi ragioniamo molto utilizzando quelli che io definisco “livelli statistici” sul petrolio, ossia i 30 punti che precedono un livello rotondo di prezzo ed i 30 punti che lo seguono (ex. 34.70 e 35.30, se prendiamo il livello di 35.00 come riferimento), oltre che il livello rotondo stesso. Ed i ragionamenti che facciamo, spesso sono legati alla necessità di spezzare eventuali posizioni su questi livelli, proteggendosi con degli stop dinamici, oppure soltanto proteggersi con degli stop dinamici nel momento in cui tali livelli vengono toccati. All’interno del nostro Trading Hub, dove ci colleghiamo ogni mattina alle 9.00, abbiamo visto insieme che il superamento dell’area passante per 34.30 avrebbe potuto cominciare a condurre a tentativi di ripartenza, sui quali prestare comunque molta attenzione proprio ai livelli statistici citati, prima di ragionare su livelli tecnici che arrivavano dal passato. Il livello tecnico di potenziale attrazione passava e continua a passare per 35.90, ma i prezzi hanno battuto 34.70 e 35.00 prima di tornare nuovamente a ribasso, andandosi a fermare, senza neanche farlo apposta, su area 30.30. Ora ci troviamo a metà della congestione, con 30.00 e 35.00 come livelli da seguire prima di pensare a delle rotture, da una parte o dall’altra. I livelli tecnici da seguire in caso di rialzi, a nostro parere passano per 35.90, 37.30, 38.90 e 39.30, mentre in caso di discesa oltre il 30.00, abbiamo dei primi punti sui minimi di 29.70, 28.30 e 27.50. Più nell’intraday i livelli risultano più sporchi e l’area di 32.15 inizia a rivelarsi interessante, con la possibilità che in caso di discesa sotto tale zona le quotazioni tendano a possibili estensioni verso 31.20 e 30.50.


Valutario: pausa sul dollaro

Prime prese di profitto sul dollaro americano dopo la discesa che ha colpito il biglietto verde in virtù delle aspettative sugli ulteriori tagli di tassi di interesse. L’euro, dopo aver sfiorato quota 1.1500 contro il dollaro, ha creato delle divergenze ribassiste e si trova ora in correzione verso le aree di supporto che passano tra 1.1290 e 1.1350. Il Dollaro contro yen, come dicevamo, è in rimbalzo (così come il dollaro contro franco) e ha chiuso il gap ribassista di domenica sera, dopo aver sfiorato la quota di 101.00 yen per ogni dollaro. La sterlina segue l’euro e le commodity currencies si trovano in congestione di breve, dopo i flash crash che hanno interessato i cross AudJpy e NzdJpy in apertura domenicale quando i mercati hanno comprato pesantemente yen contro australiano e neozelandese in quanto in pieno risk off. La volatilità è buona e occorre lavorare a nostro parere sui livelli tecnici, tenendo gli occhi puntati su entrambe le potenziali direzionalità in base ai movimenti che partiranno sulle borse. Sono loro per il momento che comandano. Borse giù, dollaro ancora sotto pressione; borse in recupero, dollaro in allungo sulle prese di profitto che potrebbero continuare.

Petrolio – grafico h1
Petrolio – grafico h1

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