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Nel contesto finanziario attuale, segnato da una progressiva normalizzazione della volatilità e da mercati globali che alternano fasi di rimbalzo a momenti di consolidamento, l’analisi tecnica torna ad assumere un ruolo centrale nella definizione delle strategie operative.
La fase che stiamo attraversando è particolarmente delicata: gli indici statunitensi hanno recuperato terreno dopo la correzione vista nella seconda metà di novembre, mentre il VIX – barometro della paura – si muove nuovamente su livelli più tranquilli, attorno a 18–19 punti. Si tratta di un segnale che lascia intravedere un mercato più stabile, ma non per questo privo di rischi.
NASDAQ
Il Nasdaq, che oggi oscilla in area 25.000 punti, mostra una struttura tecnica coerente con un consolidamento di medio periodo.
La media mobile a 50 giorni, che transita poco sotto i 25mila, continua a fungere da supporto dinamico e nelle ultime sedute ha respinto efficacemente i tentativi di correzione più profonda.
Il momentum appare tuttavia più debole rispetto ai mesi precedenti: l’RSI si muove intorno a livelli neutri e non segnala eccessi particolari né in ipercomprato né in ipervenduto, confermando la natura laterale del movimento.
In questo contesto, l’indice potrebbe rimanere intrappolato in un range stretto, con potenziali estensioni rialziste solo in caso di nuovi catalizzatori macroeconomici.
Il Nasdaq ha mostrato un trend di crescita moderata nell’ultima settimana, con il prezzo che si è mosso tra i 24.556 e i 25.067 punti. La regressione lineare indica una tendenza rialzista contenuta, supportata da un aumento del volume in alcune sedute chiave. Il mercato azionario tech riflette un clima positivo sostenuto da buone performance dei titoli tecnologici.
I supporti principali sono stati individuati intorno a 24.500 punti, mentre le resistenze più rilevanti si trovano poco sopra i 25.000 punti, in particolare tra 25.030 e 25.070 punti, barriere da monitorare per la conferma di un breakout verso nuovi massimi.
La media mobile semplice a 50 periodi si attesta intorno a 22.905 punti, e il prezzo attuale è ben sopra questa media, indicando una fase di forza relativa.
L’RSI a 14 giorni è bilanciato a 51.9, segnalando un momentum neutro, senza ipercomprato né ipervenduto, quindi con spazio potenziale per ulteriori movimenti direzionali.
Durante la settimana si sono registrati pattern di continuazione rialzista come Bullish Engulfing, con alcuni segnali di indecisione rappresentati da Doji, ma senza inversioni significative.
Questo conferma un trend coerente con la crescita moderata.

S&P500
Un quadro leggermente più tonico riguarda l’S&P 500, che oggi scambia in area 6.760 punti.
L’indice si mantiene saldamente al di sopra della propria media a 50 giorni e beneficia di un’impostazione tecnica decisamente più costruttiva. L’RSI, che oscilla poco sotto la soglia tipica dell’ipercomprato, testimonia una forza relativa superiore a quella del Nasdaq, ma allo stesso tempo suggerisce prudenza: livelli troppo elevati potrebbero innescare prese di profitto rapide qualora il sentiment dovesse deteriorarsi.
La fase attuale può dunque essere interpretata come un tentativo di ripresa all’interno di un trend di fondo ancora orientato al rialzo, ma con il rischio di una pausa tecnica sulla scia delle recenti accelerazioni.
L’S&P 500 ha mostrato una tendenza rialzista nell’ultima settimana, con il prezzo che ha oscillato tra 6.650 e 6.776 punti, chiudendo vicino ai massimi settimanali intorno a 6.765 punti.
La regressione lineare indica una forza crescente nel trend con conferme da vari indicatori tecnici. Il mercato riflette positività guidata da buoni risultati societari e sentiment di rischio moderato.
I supporti chiave sono stati individuati intorno a 6.700 e 6.650 punti, mentre le resistenze più significative si trovano tra 6.776 e 6.850 punti, livelli da monitorare per possibili breakout o correzioni.
La media mobile semplice a 50 periodi si attesta a circa 6.720 punti con il prezzo che si mantiene sopra di essa, segnalando una dinamica positiva.
L’RSI a 14 giorni si attesta vicino a 69,5, indicando un momentum forte ma prossimo ad aree di ipercomprato, da osservare per eventuali segnali di correzione.
Durante la settimana sono stati registrati pattern bullish come Bullish Engulfing a supporto del trend attuale, con qualche segnale di indecisione dato da Doji, senza tuttavia modificare la tendenza rialzista prevalente.

VIX
Elemento centrale nella lettura del mercato è, come sempre, il comportamento del VIX.
Dopo aver superato i 23 punti nelle settimane passate, l’indice della volatilità è progressivamente rientrato verso l’area 18–19, riportandosi sui livelli tipici dei periodi di stabilità.
La discesa della volatilità implicita contribuisce a sostenere l’azionario americano e lascia supporre che il mercato stia cercando un equilibrio dopo le tensioni di inizio mese.
Tuttavia, questo ritorno alla calma non deve essere sopravvalutato: la storia recente insegna che, in un contesto geopolitico fluido e con banche centrali ancora molto sensibili ai dati economici, gli shock improvvisi restano dietro l’angolo. Una riaccelerazione del VIX sopra i 25 punti sarebbe sufficiente per innescare una correzione ampia sugli indici, costringendo molti investitori a rivedere le proprie posizioni.
Sul fronte valutario si osserva un dollaro in progressiva fase di consolidamento. Il cambio EURUSD, che oggi oscilla tra 1,155 e 1,157, fatica a ritrovare una direzione chiara: la debolezza dell’euro rimane evidente, soprattutto alla luce del fatto che i prezzi continuano a muoversi sotto la media mobile a 50 giorni, segno di una forza relativa ancora limitata. I tentativi di rimbalzo delle ultime sedute non sono per ora sufficienti a modificare l’impostazione tecnica di fondo, che rimane moderatamente ribassista. Anche la sterlina mostra un quadro misto: GBPUSD si muove tra 1,31 e 1,32 e tenta di costruire una base più solida, ma resta penalizzata dall’incapacità di recuperare la resistenza dinamica posta in area 1,33, corrispondente alla media a 50 giorni.
In un simile ambiente, il Dollar Index resta vicino a quota 100 e riflette una fase di rafforzamento solo parziale del biglietto verde. La tendenza appare ancora controllata, con oscillazioni moderate e una volatilità contenuta. È un contesto in cui il dollaro mantiene un ruolo di bene rifugio, ma senza mettere in atto veri e propri strappi direzionali.
EURUSD
EURUSD ha mostrato una tendenza moderatamente rialzista nell'ultima settimana, spingendosi fino a toccare nuovi massimi settimanali vicino a 1.1600. La pressione di vendita ha incontrato supporti intorno a 1.1490-1.1500, con la coppia che ha chiuso stabilmente sopra 1.1550, segnalando un sentiment bullish di breve termine.
La regressione lineare applicata sui prezzi conferma una tendenza principale positiva, con leggera inclinazione verso l'alto.
I supporti principali individuati sono 1.1500 (livello statico e psicologico), seguito da ulteriori livelli inferiori a 1.1470 e 1.1400 che rappresentano aree di contenimento in caso di ribasso. Le resistenze chiave da monitorare sono i livelli intorno a 1.1600, 1.1630 (ritracciamento Fibonacci 38,2%) e 1.1680 (50% Fib retracement), che rappresentano potenziali ostacoli per ulteriori rialzi.
La media mobile semplice a 50 periodi si posiziona intorno a 1.1627 e attualmente il prezzo è leggermente inferiore a questa media, suggerendo presenza di una resistenza dinamica.
L'indice RSI (Relative Strength Index) a 14 periodi si trova intorno al valore 61, indicando un momentum rialzista non ancora in area di ipercomprato, quindi spazio potenziale per ulteriori movimenti verso l'alto.
Durante la settimana sono stati osservati candlestick pattern di indecisione e pullback vicino ai livelli di supporto e resistenza, senza segnali forti di inversione immediata ma piuttosto conferma del trend rialzista in atto. Qualche tentativo di breakout sopra 1.1600 è stato contenuto da prese di profitto e vendite di breve termine.
Questi elementi tecnici suggeriscono uno scenario di mercato con prevalente tendenza positiva a breve termine per EURUSD, con livelli chiave da monitorare a supporto e resistenza per eventuali conferme o segnali di inversione.

GBPUSD ha mostrato una certa volatilità con una tendenza di consolidamento all’interno di un canale discendente, confermato dalla rottura al ribasso del supporto a 1.2682 nelle settimane precedenti, mantenendo il trend ribassista di medio termine. Tuttavia, nell’ultima settimana il prezzo si è stabilizzato e ha cercato di risalire, chiudendo intorno a 1.3120-1.3150, vicino alla media mobile semplice a 50 periodi posta a 1.3292, che funge da resistenza dinamica.
I supporti importanti da monitorare sono 1.3100, 1.3050 e 1.3020, con livelli più bassi a 1.2950 e 1.2870 in caso di ulteriori ribassi. Le resistenze chiave si trovano a 1.3160-1.3180, seguita da 1.3200 e 1.3300 (media mobile 200 periodi e area psicologica).
La media mobile a 50 periodi è leggermente sopra il prezzo attuale, suggerendo che la pressione di vendita è ancora presente.
L’RSI a 14 periodi si attesta intorno a 50-55, un valore neutro che indica assenza di ipercomprato o ipervenduto, quindi con possibilità di movimenti laterali o un breakout direzionale imminente.
La settimana ha evidenziato alcuni pattern di indecisione e paesi rialzisti come il Bullish Engulfing e Hammer, indicando tentativi di inversione o supporto nelle fasi di ribasso.
Nessun segnale di rottura netta ma un mercato che sta testando le resistenze cruciali per confermare un eventuale cambio di trend.
In sintesi, GBPUSD si trova in una fase di possibile inversione o consolidamento dopo un periodo di debolezza, con importanti livelli tecnici da monitorare per la direzione futura.

Più dinamico è invece il comparto delle materie prime.
ORO
L’oro prosegue la sua fase ascendente, sostenuto da acquisti che si concentrano nei momenti di incertezza. Il metallo giallo tratta oggi intorno a 4.160 dollari l’oncia, seguito da una base tecnica solida che poggia sulla media mobile a 50 giorni, posizionata sopra i 4.000 dollari. Il trend rimane rialzista, e fintanto che i prezzi resteranno sopra i 4.050–4.080 dollari, le correzioni potranno essere interpretate come semplici pullback tecnici.
L’oro ha avuto una settimana di consolidamento con una leggera tendenza rialzista partendo da un livello di supporto intorno a 4.120 USD/oncia, toccando punte di circa 4.150 USD. La regressione lineare applicata conferma una tendenza positiva moderata.
Il prezzo si è mosso prevalentemente sopra la media mobile semplice a 50 periodi, che si attesta intorno a 4.054 USD, a indicare un buon supporto dinamico per la fase attuale.
I principali livelli di supporto si trovano in area 4.120-4.130 USD e un supporto secondario si colloca vicino a 4.000 USD.
Le resistenze da monitorare sono attorno a 4.160-4.178 USD, seguite dal livello psicologico a 4.200 USD e in un secondo momento, verso i massimi mensili in area 4.245 USD.
La media mobile a 50 periodi, posta a 4.054 USD, agisce da supporto chiave, mentre l’RSI a 14 giorni è in lieve calo ma si mantiene sopra 60, segnalando un momentum rialzista ancora presente, ma con qualche indice di raffreddamento del trend.
Durante la settimana si sono osservati principalmente pattern di consolidamento e qualche segnale di indecisione, senza segnali forti di inversione. I pattern come Bullish Hammer e Spinning Top hanno indicato momenti di supporto confermando la possibilità di continuazione del trend rialzista.
Questa analisi tecnica riflette un quadro di mercato dell’oro moderatamente positivo con livelli chiave ben definiti per supporti e resistenze, da seguire per possibili sviluppi. I dati sono confermati da fonti Trading Economics, FXStreet e Barchart aggiornate a novembre 2025.

PETROLIO
Scenario opposto per il petrolio, che oggi scende verso i 58 dollari al barile. La debolezza sotto la 50 giorni, che si colloca poco sopra i 60 dollari, evidenzia una struttura tecnica fragile e incline a ulteriori pressioni ribassiste. L’RSI in area 44 conferma un momentum negativo ma non eccessivo, coerente con un mercato che potrebbe ancora ritracciare verso i minimi recenti se non dovessero emergere nuovi elementi di sostegno dalla domanda globale o dalla geopolitica.
Il prezzo del petrolio si è mosso al ribasso nella ultima settimana, scendendo dai livelli intorno a 59,8 USD/barile a chiudere intorno a 57,9 USD/barile, toccando i minimi delle ultime cinque settimane. La regressione lineare indica una chiara tendenza ribassista recente, condizionata anche dalle notizie su un possibile accordo di pace in Ucraina che potrebbe portare a un allentamento delle sanzioni sul petrolio russo, aumentando così l'offerta sul mercato.
I livelli chiave di supporto si trovano a 57,05 USD e 56,14 USD, mentre le resistenze sono individuate a 58,91 USD e 59,86 USD. Questi livelli sono stati testati più volte nell’ultima settimana e rappresentano barriere importanti per la ripresa del prezzo.
La media mobile semplice a 50 periodi si posiziona intorno a 58,00 USD/barile, appena sopra il prezzo corrente, fungendo da resistenza dinamica. L’RSI a 14 giorni è intorno al valore 45, indicando momentum neutro-ribassista con potenziale spazio per ulteriori discese o una fase laterale.
I pattern osservati includono engulging bearish e inverted hammer che suggeriscono pressione di vendita e tentativi di rimbalzo, ma senza ancora segnali forti di inversione definitiva.
In sintesi, il petrolio presenta una fase di debolezza tecnica nell’ultima settimana con livelli di supporto critici da monitorare per possibili rimbalzi o ulteriori ribassi, in attesa degli sviluppi geopolitici che influenzano l’offerta. Fonti Trading Economics, Investing.com e OilPrice.com aggiornate a novembre 2025 confermano questa visione
In conclusione, la combinazione tra la leggere flessione della volatilità e il consolidamento degli indici statunitensi dipinge uno scenario complesso ma non ostile.
I mercati sembrano voler mantenere un’impostazione costruttiva, seppur con un momentum dimezzato rispetto ai mesi precedenti. La vera discriminante sarà la capacità degli operatori di interpretare tempestivamente le variazioni del sentiment, soprattutto in relazione al VIX e ai livelli tecnici più sensibili di Nasdaq e S&P 500.
Nel frattempo, dollaro forte ma non eccessivamente dominante, euro e sterlina in fase interlocutoria, oro sostenuto e petrolio debole offrono un quadro misto, che richiede prudenza operativa e una gestione rigorosa del rischio, soprattutto per chi opera su orizzonti di breve e medio periodo.