Solo una settimana fa, l’invio di bombe dagli Stati Uniti verso l’Iran aveva gettato il mondo in un vortice di paura e panico. Eppure, in appena cinque giorni, i mercati finanziari hanno completamente invertito la rotta: l’S&P 500 e il Nasdaq hanno segnato nuovi massimi storici (ATH), superando i livelli raggiunti lo scorso 19 febbraio 2025. Il petrolio ha perso il 12% e la volatilità si è ridotta del 28%, segnando una rapida normalizzazione degli indicatori di rischio.
Nel 2025 abbiamo già assistito al quinto nuovo massimo storico per l’S&P 500, dopo i 57 registrati nel 2024. Dal minimo toccato ad aprile 2025, l’indice è salito del 28%. Questo rally è stato alimentato in gran parte dagli investitori retail, che continuano a concentrare i propri acquisti sulle cosiddette MAG7 (Microsoft, Apple, Google, Amazon, Nvidia, Meta, Tesla), che oggi rappresentano il 38% della capitalizzazione totale dell’S&P 500. Una concentrazione di capitali che inizia a preoccupare gli investitori di lungo termine, sempre più attenti al rischio di vedere i mercati dipendere da una manciata di titoli.
Non a caso, cresce l’interesse verso l’S&P 500 Equal Weighted, un indice che assegna lo stesso peso a tutte le società dell’S&P 500, offrendo una fotografia più bilanciata del mercato ed evitando l’effetto distorsivo delle big tech.
Sul fronte valutario, il dollaro ha perso terreno nei confronti di euro e yen, segnalando una fase di debolezza per la valuta statunitense nonostante la resilienza dei mercati azionari.
Al momento, nulla sembra in grado di fermare la corsa dei mercati: inflazione, crisi immobiliari, disoccupazione e persino le tensioni geopolitiche non hanno scalfito il trend rialzista. Una situazione che gioca a favore di Donald Trump, che si presenta come leader forte e vincente sia sul fronte interno che internazionale, dalla Russia ai Brics e all’Europa.
Il dollaro sta perdendo terreno rispetto all’euro e allo yen perché i mercati anticipano un ciclo di politica monetaria meno restrittivo negli Stati Uniti, mentre altre economie mostrano segnali di rafforzamento e le valutazioni del dollaro appaiono elevate. A ciò si aggiungono preoccupazioni strutturali sul deficit americano e una naturale rotazione degli investimenti dopo un lungo periodo di forza della valuta USA.
E’ il risultato di una combinazione di fattori macroeconomici, valutari e di politica monetaria:
Aspettative sui tassi della Federal Reserve
Politiche delle altre banche centrali: La Banca del Giappone sta valutando un primo rialzo dei tassi dopo anni di politica ultra-espansiva, sostenuta da dati macro positivi. Questo ha rafforzato lo yen, mentre la BCE, pur inviando segnali di possibile allentamento, beneficia di una maggiore fiducia nella tenuta dell’Eurozona, soprattutto se i dati economici migliorano
Preoccupazioni per il deficit USA
Rotazione degli investimenti: In un contesto di mercati azionari USA ai massimi, alcuni investitori internazionali potrebbero prendere profitto e diversificare verso altre aree geografiche o valute, riducendo la domanda di dollari.
Sul fronte tecnologico, Nvidia ha recentemente comunicato che i propri risultati finanziari sono fortemente legati a OpenAI, avvertendo gli investitori che eventuali tensioni tra OpenAI e Microsoft (o altri competitor) potrebbero rallentare la domanda di GPU. Nel frattempo, Alphabet (Google) ha proposto a OpenAI di utilizzare i suoi chip TPU, aprendo a nuovi scenari nella competizione per il predominio nell’intelligenza artificiale.
Il Calendario Economico è uno strumento dinamico che fornisce aggiornamenti in tempo reale. Utilizzatelo per pianificare le vostre decisioni di trading e gestione del rischio.
Rimanete informati e buona settimana di trading!