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Sul piano societario, oggi le attenzioni sono rivolte alla presentazione dei risultati trimestrali di Nvidia, evento monitorato da Wall Street data la volatilità sul tech. I
A livello geopolitico, continua la tensione sui rapporti commerciali internazionali, con nuovi aggiornamenti sulle trattative tra USA, Europa e Cina che potrebbero condizionare la volatilità dei mercati.
I dati macro della giornata forniscono segnali positivi per la ripresa: l’indice dei prezzi alla produzione è stato in linea con le attese, mentre le minute delle banche centrali confermano una linea prudente ma orientata alla stabilità dei tassi. Gli operatori restano attenti ai segnali di inflazione persistente e alle strategie di rialzo dei tassi che potrebbero innescare nuovi movimenti sui mercati azionari e obbligazionari.
Oro e petrolio restano inseriti in trend di medio periodo opposti: l’oro mantiene una struttura rialzista con correzioni interne, mentre il greggio vive una fase ribassista/correttiva dominata da timori di eccesso d’offerta e scorte USA in aumento.
L’oro spot e i future area dicembre 2025 trattano intorno a 4.070–4.090 dollari l’oncia il 19 novembre, dopo un rapido recupero da minimi correttivi di breve e con una performance ancora fortemente positiva su base annua.
Nell’ultimo mese il metallo giallo ha corretto di circa il 5–6% dai massimi, ma risulta oltre il 50% più alto rispetto all’anno precedente, segno di un trend strutturale ancora a favore dei compratori su orizzonti medio–lunghi.
Le quotazioni dell’oro si muovono all’interno di un canale rialzista correttivo, con i prezzi che stanno testando l’area tra le medie mobili di breve/medio e i 4.045 dollari, zona individuata come supporto tecnico chiave per la continuazione del movimento rialzista.
La media mobile a 50 periodi, in progressivo rialzo, si colloca poco sotto i prezzi attuali, fungendo da supporto dinamico di trend: finché XAU/USD rimane sopra questa fascia, lo scenario di fondo resta costruttivo.
L’RSI giornaliero ha scaricato parzialmente l’ipercomprato toccato nelle fasi di massimi, ma rimane all’interno di una zona di forza (sopra 50), coerente con una semplice correzione all’interno di un trend bullish.
Una regressione lineare sulle ultime 50 chiusure evidenzia una pendenza ancora positiva, con possibilità di estensione del movimento verso l’area 4.400–4.425 in caso di ripresa del rialzo dopo la fase di consolidamento.
Il primo supporto di rilievo è localizzato in area 4.045 dollari, zona tecnica indicata come livello da cui potrebbe ripartire la gamba rialzista; una rottura decisa al ribasso di 3.965 dollari invaliderebbe lo scenario positivo nel breve.
Sotto 3.965 dollari l’oro aprirebbe spazio verso 3.845 dollari e i supporti inferiori del canale, configurando una correzione più profonda ma ancora compatibile con un trend di lungo periodo impostato a favore del metallo prezioso.
Sul fronte delle resistenze, i primi target si collocano in area 4.130–4.200, livelli indicati come possibili obiettivi in caso di dati macro USA favorevoli a tagli dei tassi o a un atteggiamento più dovish della Fed.
Un’estensione del rialzo oltre 4.200–4.250 aprirebbe poi il campo verso l’area 4.400–4.425 dollari, target superiore del canale rialzista individuato dalle analisi tecniche più recenti.

Il mercato petrolifero si trova in una fase debole, con prezzi sotto pressione a causa dell’aumento delle scorte USA, produzione ai massimi e timori di eccesso di offerta non completamente compensato da eventuali mosse OPEC+,
Il WTI viaggia nella fascia 59–60 dollari, entrambi in calo rispetto ai livelli di inizio anno e ancora sotto i massimi toccati in primavera.
WTI (CL): media 50, RSI e regressione lineare
Il WTI front month oscilla intorno a 59–60 dollari, con dati recenti che indicano valori vicini a 60,2 dollari al 19 novembre, in flessione di circa l’1% rispetto alla seduta precedente.
La traiettoria di prezzo dell’ultimo mese mostra un rimbalzo dai minimi in area 58–59 dollari, ma il movimento avviene comunque all’interno di un contesto di medio periodo ancora ribassista rispetto ai massimi annuali.
La media mobile a 50 periodi appare in fase discendente o piatta, con i prezzi che alternano fasi sopra e sotto la 50, segnalando una tendenza debole e dominata da rimbalzi tecnici piuttosto che da un vero impulso rialzista.
L’RSI sul WTI si colloca in zona neutro–bassa (attorno a 40–50), coerente con un sentiment moderatamente ribassista ma senza ipervenduto estremo, lasciando spazio a rimbalzi tecnici in caso di news favorevoli.
Una regressione lineare sulle ultime 50 chiusure indicerebbe una pendenza lievemente negativa, in linea con il quadro di correzione ribassista di medio periodo, nonostante il recupero del 5–6% registrato nell’ultimo
I principali supporti di breve periodo per il WTI si collocano in area 59–58,5 dollari, vicini ai minimi recenti e alla base del range degli ultimi giorni.
Una rottura confermata sotto 58 dollari aprirebbe la strada verso 55–56 dollari al barile, area che molti analisti indicano come possibile zona di equilibrio in presenza di surplus di offerta.
Sul lato opposto, le resistenze di rilievo si trovano in area 60,5–61 dollari, primi massimi di breve, e successivamente in area 63–65 dollari, coincidente con i massimi delle ultime settimane e con un’importante fascia di supply tecnica.

L’azionario USA resta il principale riferimento per i mercati globali e il comparto tech continua a guidare il sentiment di rischio, con il Nasdaq e l’S&P 500 in trend rialzista di medio periodo e Nvidia tra i titoli guida dell’intelligenza artificiale.
L’obiettivo di questa analisi è offrire una lettura tecnica aggiornata di Nasdaq, S&P 500 e Nvidia utilizzando media mobile a 50 periodi, RSI, regressione lineare, supporti e resistenze.
Nasdaq: livelli tecnici
Negli ultimi mesi il Nasdaq ha messo a segno un rally importante, spingendsi oltre area 25.000 punti prima di avviare una fase correttiva ordinata verso 24.500–24.800.
Il contesto resta improntato al rialzo di medio periodo, ma la perdita di momentum suggerisce prudenza sulle aree di massimi, soprattutto dopo l’euforia generata dai titoli growth e tech legati all’intelligenza artificiale.
L’RSI giornaliero, che in precedenza aveva superato la soglia di 70 in pieno ipercomprato, sta ora rientrando verso la zona neutrale 50–60, coerente con una fisiologica fase di consolidamento dopo il rally.
Una regressione lineare calcolata sulle ultime 50 chiusure evidenzia ancora una pendenza positiva, ma meno ripida rispetto alle settimane precedenti, indicando un trend rialzista ancora attivo ma con forza in progressiva normalizzazione.
Sul fronte dei livelli statici, i primi supporti si individuano in area 24.300–24.000 punti, zona di precedenti minimi relativi e possibile area di incontro con la media mobile a 50 periodi.
Le resistenze chiave rimangono a 25.000–25.200 punti, prima fascia di offerta importante, e successivamente tra 25.500 e 26.000 punti, area di massimi recenti oltre la quale il trend rialzista potrebbe estendersi verso nuovi top.

L’S&P 500 prosegue una tendenza rialzista di fondo, con i prezzi che oscillano nella fascia 6.600–6.700 punti dopo aver segnato massimi superiori a 6.800 nelle ultime settimane.
La recente correzione appare al momento come una normale presa di profitto all’interno di un bull market consolidato, sostenuto dal comparto tech, dai grandi titoli a megacapitalizzazione e dalle aspettative sul ciclo dei tassi.
S&P 500: media 50, RSI e regressione
La media mobile a 50 giorni sull’S&P 500 è orientata verso l’alto e transita poco sotto i corsi attuali, agendo come spartiacque tra semplice consolidamento e possibile correzione più profonda.
L’RSI, uscito da una fase di ipercomprato in prossimità dei massimi, si sta riportando verso valori intermedi, segnalando un riequilibrio del rapporto forza/debolezza senza, per ora, segnali strutturali di inversione.
La regressione lineare sulle ultime 50 sedute conferma un’inclinazione positiva, ma con una pendenza meno accentuata rispetto alla fase di accelerazione iniziale, coerente con un mercato in pausa dopo un forte movimento direzionale.
I primi supporti statici di rilievo si collocano in area 6.600–6.550 punti, appena sotto i prezzi attuali, seguiti da una fascia più ampia tra 6.450 e 6.400 punti, dove in passato si sono concentrati minimi e volumi significativi.
Sul lato superiore, le resistenze principali restano in area 6.750–6.800 punti, massimi delle ultime settimane, livello che in caso di rottura confermata potrebbe riattivare il trend verso nuovi massimi storici.
Eventuali configurazioni di doppio massimo o divergenze sull’RSI in prossimità di queste resistenze andrebbero monitorate con attenzione come segnali precoci di possibile distribuzione.

Nvidia rimane uno dei titoli simbolo del ciclo AI, con un rally che l’ha portata a spingersi oltre area 190–200 dollari prima di entrare in una fase di consolidamento ad alta volatilità.
Nelle ultime sedute il prezzo si muove nella zona 180–190 dollari, in correzione rispetto ai massimi ma ancora all’interno di una struttura di forza relativa rispetto al comparto tecnologico e al mercato USA in generale.
Nvidia: media mobile 50, RSI e regressione
La media mobile a 50 periodi su Nvidia è decisamente rialzista e verosimilmente collocata tra 175 e 180 dollari, rappresentando il primo supporto dinamico chiave per il titolo.
La discesa dai massimi ha contribuito a far rientrare l’RSI da condizioni di forte ipercomprato (valori oltre 70) verso una banda più neutrale, tipica di un consolidamento dopo un movimento eccessivo al rialzo.
La regressione lineare calcolata sulle ultime 50 chiusure mostra ancora una pendenza marcata positiva, confermando la natura ancora bullish del trend di fondo, pur con un angolo di salita meno ripido rispetto alle fasi più speculative.
Il primo cluster di supporto si individua in area 180–175 dollari, dove convergono supporti statici di breve e la probabile posizione della media a 50 giorni.
Un ulteriore supporto di medio periodo si colloca tra 165 e 160 dollari, zona di minimi relativi e precedente base di accumulazione del titolo.
Sul fronte resistenziale, la fascia 190–195 dollari rappresenta il primo ostacolo, seguita dall’area 200–205 dollari, corrispondente ai massimi storici/recenti oltre i quali potrebbe riattivarsi una nuova gamba rialzista
Nel complesso Nasdaq e S&P 500 mostrano ancora strutture rialziste di medio periodo, con prezzi sopra o in prossimità della media mobile a 50 giorni, RSI in rientro dall’ipercomprato e regressioni lineari ancora positive: uno scenario coerente con una fase di consolidamento avanzato dopo un forte rally.
Nvidia resta un titolo guida del settore AI, tecnicamente forte ma soggetto a correzioni rapide: i supporti in area 175–180 dollari e le resistenze oltre 195–200 dollari costituiscono i livelli chiave per definire strategie operative sia di breve che di medio periodo.

L’EUR/USD tratta in area 1,1580–1,1600 il 19 novembre 2025, in leggero apprezzamento rispetto alle sedute precedenti e vicino ai massimi di periodo dopo un mese di progressivo recupero dell’euro.
Negli ultimi trenta giorni il cambio ha rotto al rialzo la parte alta del range precedente, spingendosi oltre 1,15 e consolidando sopra 1,1550, segnale di un trend di breve–medio ora favorevole alla valuta unica.
L’RSI giornaliero, che di recente ha testato la soglia di 70 su nuovi massimi di swing, segnala fase di forza ma con primi segnali di raffreddamento verso area 60, tipici di un consolidamento dopo un impulso rialzista.
Una regressione lineare sulle ultime 50 chiusure descrive una chiara pendenza positiva: il trend di medio resta bullish, ma con un’inclinazione meno ripida dopo la rottura della discesa precedente e l’avvio della fase correttiva rialzista.
I primi supporti tecnici si collocano in area 1,1565–1,1580, zona più volte testata nelle ultime sedute e individuata anche come livello di pullback nelle analisi operative di breve.

Il cambio GBP/USD scambia in area 1,3130–1,3150 il 19 novembre, all’interno di una fase laterale di breve ma in un contesto di recupero di medio periodo della sterlina.
Le ultime sedute mostrano una volatilità compressa in un box compreso approssimativamente tra 1,3115 e 1,3190, con il mercato in attesa di nuovi catalyst macro come inflazione UK e verbali Fed.
Le analisi intraday evidenziano che il prezzo ha recentemente rotto al ribasso una trendline rialzista correttiva e la zona della media mobile esponenziale 50, segnale di pressione ribassista di breve pur all’interno di un quadro ancora costruttivo sul medio.
L’RSI ha scaricato gli eccessi di ipercomprato, tornando a generare segnali negativi con potenziale divergenza ribassista, a supporto di una fase correttiva o almeno di estensione della lateralità.
Una regressione lineare sulle ultime 50 candele orarie o giornaliere evidenzierebbe un’inclinazione ancora moderatamente positiva, ma con linea che tende ad appiattirsi, coerente con un mercato che sta perdendo momentum rialzista.
Nel brevissimo i supporti più vicini si trovano in area 1,3115–1,3095, base del range laterale recente e zona da cui sono partiti diversi rimbalzi tecnici.
Sotto tali livelli, un’eventuale estensione ribassista potrebbe riportare i corsi verso 1,3050–1,2980, area di swing low precedente e soglia oltre la quale il quadro si indebolirebbe anche sul medio.
Le resistenze significative rimangono in area 1,3190–1,3210: solo una rottura decisa e confermata di questa fascia riattiverebbe il trend rialzista in direzione 1,3300–1,3370.

Il Dollar Index oscilla intorno a quota 99,6–99,7 il 19 novembre 2025, in rialzo di circa lo 0,15% sull’ultima seduta ma in calo significativo su base annua, segnale di un indebolimento strutturale del biglietto verde.
Nel corso dell’ultimo anno l’indice è sceso dalla fascia 105–110 verso la parte bassa del range 96–110, con minimi recenti vicini a 96,20, coerenti con il recupero di euro e altre valute G10.
La dinamica di prezzo suggerisce un Dollar Index che ha trascorso le ultime settimane sotto la media mobile a 50 giorni o in fase di test della stessa dal basso, con la media orientata al ribasso e ancora lontana da una vera inversione.
L’RSI si muove prevalentemente nella zona 40–50, riflettendo un quadro di debolezza di fondo con rimbalzi tecnici ma senza entrare in una fase di forza strutturale.
La regressione lineare sulle ultime 50 chiusure mostra una pendenza leggermente negativa, coerente con un trend ribassista di medio periodo, interrotto solo da correzioni intermedie come il recente recupero di circa l’1% nell’ultimo mese.
Il primo supporto di rilievo rimane in area 99,5–99,3, zona dei minimi di brevissimo, sotto cui tornerebbero in gioco i minimi più ampi in area 98–96,9 proiettati dai modelli macro.

Il quadro combinato segnala un euro strutturalmente forte rispetto al dollaro, con EUR/USD sopra la media a 50 periodi, RSI tonico e regressione lineare positiva, in un contesto in cui il Dollar Index resta impostato al ribasso sul medio periodo.
La sterlina mostra una forza più intermittente: GBP/USD è in congestione laterale, ha perso momentaneamente il supporto della 50 periodi e presenta segnali tecnici misti, rendendo operativamente più interessanti strategie di trading sul range che non posizionamenti direzionali forzati.
Per chi opera multi–asset, la combinazione di EUR/USD in trend rialzista, GBP/USD in fase di consolidamento e Dollar Index debole ma soggetto a rimbalzi correttivi offre spunti per strategie relative value tra euro, sterlina e biglietto verde, con attenzione ai supporti indicati come livelli di invalidazione.