I CFD sono strumenti complessi e comportano un alto rischio di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 72.2% dei conti degli investitori al dettaglio perdono denaro quando scambiano CFD con questo fornitore. Dovresti considerare se hai capito come funzionano i CFD e se puoi permetterti di correre l'alto rischio di perdere il tuo denaro.


La sessione del 20 novembre è stata emblematica: dopo un avvio brillante sostenuto dai dati record di Nvidia (fatturato oltre 57 miliardi, utili sopra 31 miliardi), Nasdaq e S&P 500 hanno invertito la rotta nel finale, chiudendo rispettivamente a -2% e -1,5%. A guidare la volatilità sono state le prese di beneficio sui titoli tech e la rinnovata incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve, con il rapporto sull’occupazione che ha mostrato un incremento della disoccupazione a fronte di un dato sulle buste paga superiore alle attese.
Nel dettaglio settoriale, informat
ica, telecomunicazioni e materiali sono rimasti in luce positiva, mentre energia e utilities hanno sofferto. Le migliori performance tra le blue chip hanno visto Nvidia avanti (+2,85% prima della correzione), bene anche Sherwin Williams, Cisco e JP Morgan. In rosso Salesforce, Boeing e Walt Disney. Tra i titoli tech, record di volatilità per Micron Technology, Datadog e Palo Alto Networks, con ribassi fra il 6% e l’8%.
Un gestore da New York sintetizza: "Finché i tagli dei tassi resteranno possibili, si acquisterà tecnologia, ma bastano pochi dati macro forti per trasformare l’euforia in paura." Il denominatore comune resta la volatilità: il sentiment oscilla rapidamente tra entusiasmo e risk-off.
EUR/USD (Euro/Dollaro)
Il cambio EUR/USD attraversa una fase di consolidamento ribassista, con oscillazioni delle ultime sedute comprese tra 1,14 e 1,16. Pur registrando brevi tentativi di rimbalzo sopra quota 1,1550, il contesto rimane caratterizzato da una prevalente pressione al ribasso. Questa dinamica è il riflesso di dati macroeconomici misti: da un lato, la recente inflazione tedesca in crescita (+0,3% m/m) offre un modesto sostegno all’euro; dall’altro, la debolezza riscontrata nelle vendite al dettaglio statunitensi limita l’apprezzamento del dollaro USA
Dal punto di vista tecnico, la media mobile a 50 periodi funge da supporto dinamico, mentre l’RSI mantiene una postura neutrale, a conferma dello stallo direzionale in atto. La regressione lineare, leggermente inclinata verso il basso, suggerisce che il potenziale di recupero resta temporaneamente limitato. In questo scenario, prevale una configurazione laterale, pur esistendo un rischio di rottura verso nuovi minimi qualora i dati macro USA sorprendano positivamente nei prossimi giorni.

GBP/USD (Sterlina/Dollaro)
Situazione di correzione per il cross GBP/USD, con la sterlina che ha subito una forte volatilità in seguito al fallito breakout della resistenza posta tra 1,3145 e 1,3160. La pressione ribassista si è intensificata dopo la perforazione della media mobile a 50 periodi, spingendo le quotazioni verso l’area di 1,3070. Da qui, lo scenario tecnico resta aperto, con RSI in posizione neutrale e ampie possibilità di sviluppo nel caso emergano nuovi trigger fondamentali, come dati macro favorevoli o un orientamento più hawkish dalla Bank of England.
Il supporto chiave è individuato tra 1,3015 e 1,3030: una violazione di questa fascia aprirebbe lo spazio per una discesa fino a 1,2825. Al contrario, solo un eventuale break sopra 1,3245 potrebbe annullare la struttura ribassista e rilanciare il cross verso 1,3475. Le recenti pubblicazioni macro del Regno Unito, caratterizzate da debolezza dei dati e flessione delle vendite al dettaglio, incentivano la correzione della sterlina durante i tentativi di recupero.

USD/JPY (Dollaro/Yen)
Il cambio USD/JPY conferma trend rialzista, con il dollaro che cerca di consolidarsi al di sopra della resistenza psicologica posta a 155,00. Il movimento riflette una fragilità strutturale dello yen, aggravata dall’arretramento dei rendimenti sui Treasury USA. Superata la soglia dei 155, lo scenario resta favorevole a ulteriori estensioni bullish verso quota 158-158,5 nell’immediato, soprattutto se dovesse accentuarsi la divergenza tra politiche monetarie USA e giapponese.
Il sentiment di mercato resta fortemente condizionato dalle decisioni della Federal Reserve , dalle sensazioni di rischio geopolitico e dal differenziale dei tassi d’interesse, con lo yen costantemente penalizzato da un contesto di carry trade in favore del dollaro.

Il dollaro USA si trova in una fase di consolidamento caratterizzata da lieve debolezza sui principali cross (EUR/USD e GBP/USD), mentre si rafforza contro lo yen in un quadro di svalutazione strutturale della valuta nipponica. Si conferma essenziale il monitoraggio delle medie mobili a 50 periodi, dell’RSI e delle zone di breakout per cogliere segnali direzionali chiave nelle prossime sessioni del Forex. I principali catalizzatori rimangono i dati macro (PCE, inflazione, PMI, statistiche economiche da UK ed Eurozona), destinati a fungere da driver nelle tendenze valutarie dei prossimi giorni.
Oro
Il metallo giallo, dopo aver segnato nuovi record storici, mostra una fisiologica fase di correzione ma resta comunque vicino all’area di massimo (4.037 $/oz). Come evidenziato da Brian Lan (GoldSilver Central), i prezzi stanno consolidando su questi livelli: l’aumento delle prese di profitto limita nuovi spunti direzionali, mentre il quadro tecnico mantiene un’impostazione costruttiva. La media mobile a 50 periodi funge da supporto chiave; un RSI prossimo a 46 segnala una fase di stallo, con il trend di fondo ancora rialzista, a meno di discese sotto quota 4.000 $/oz. Il mercato resta quindi improntato su una dinamica di consolidamento, in attesa di nuovi catalyst macro o di una rinnovata pressione in acquisto.

Petrolio (WTI)
La quotazione odierna si attesta a 58,35 $/barile, segnando una decisa correzione rispetto ai livelli precedenti. Il mercato del greggio mostra segnali di riequilibrio, con una domanda reale debole che viene compensata dalle attese per nuovi tagli produttivi da parte dell’OPEC+
Dal punto di vista tecnico, la media mobile a 50 giorni prosegue in declino, mentre l’RSI mostra una timida ripresa, pur in un contesto legato a un sentiment prevalentemente debole. Solo la riconquista di quota 59,5 $/barile potrebbe attenuare la pressione ribassista; una eventuale rottura al ribasso favorirebbe ulteriori discese nelle prossime sedute.

Oro e petrolio attraversano una fase di consolidamento e storno dai massimi, con dinamiche tecniche e fondamentali che suggeriscono prudenza operativa e attenzione ai nuovi sviluppi macroeconomici e geopolitici. Il monitoraggio dei supporti dinamici e dei livelli di breakout resta essenziale per cogliere tempestivamente un cambio di scenario.
La sessione del 20 novembre ha offerto uno spaccato emblematico della volatilità che sta caratterizzando Wall Street, dopo un avvio brillante, trainato dai risultati record di Nvidia (fatturato oltre 57 miliardi di dollari, utili sopra 31 miliardi), sia il Nasdaq che l’S&P 500 hanno invertito la rotta nel finale, chiudendo rispettivamente a -2,15% (Nasdaq Composite) e -1,56% (S&P 500).
Analisi aggiornata
La struttura tecnica del Nasdaq evidenzia una decisa correzione, con la trendline ribassista che si estende al test del supporto chiave in area 21.803 punti; la prima resistenza è collocata a quota 22.626. La figura ribassista lascia intravedere la possibilità di nuovi test in zona 21.529, con una candela nera che conferma la pressione in scarico dai massimi. Sotto 22.700 punti si aprirebbe spazio per una continuazione ribassista fino a circa 22.200 punti. Anche il Nasdaq 100 ha evidenziato forte volatilità, segnando performance negative per Micron Technology, Datadog e Palo Alto Networks, con ribassi tra il 6% e l’8%.
La seduta ha visto una flessione più marcata (-2,38%), con chiusura a quota 24.054 punti. Il supporto di rilievo si trova a 23.736 punti, mentre una risalita potrebbe trovare ostacolo sulla resistenza a 24.690 punti. La volatilità giornaliera si attesta sopra 1,47%, con un Value At Risk del 3,43%.
Trendline: Il quadro tecnico mostra l’ampliarsi della trendline discendente, con test immediato del supporto chiave a 21.803 punti. Le dinamiche intraday hanno visto la pressione ribassista accentuarsi su questa soglia tecnica fondamentale.
Supporti: Il prossimo supporto significativo si colloca in area 21.529 punti, livello da monitorare attentamente per intercettare ulteriori storni o potenziali rimbalzi. Un break sotto tale soglia aprirebbe lo spazio per nuovi minimi.
Resistenze: La prima resistenza è individuata a 22.626 punti. Un ritorno sopra questa soglia potrebbe segnalare una ripresa del sentiment, almeno in ottica di breve.

Per l’S&P 500 , il breve periodo mostra un declino verso l’area 6.473 punti, primo supporto di rilievo; la fascia di resistenza si situa a 6.669 punti, con rischio di estensione della fase negativa fino a 6.408 punti. L’indice si trova in fase di consolidamento orizzontale, con il sentiment oscillante tra euforia e risk-off in attesa di nuovi dati macroeconomici.
Settori e titoli: dettagli Informatica, telecomunicazioni e materiali hanno mantenuto segnali positivi, mentre energia e utilities hanno sofferto maggiormente. I titoli migliori tra le blue chip hanno visto Nvidia avanti (+2,85% prima della correzione), Sherwin Williams, Cisco e JPMorgan, mentre in rosso Salesforce, Boeing e Walt Disney. Tra le tech, la volatilità ha raggiunto livelli record: spiccano i forti ribassi di Micron Technology, Datadog e Palo Alto Networks.

Catalizzatori e outlook
La rinnovata incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve , combinata con il dato sull’occupazione che mostra un aumento della disoccupazione nonostante payrolls consolidati, contribuisce a generare oscillazioni rapide nel sentiment: finché i tagli dei tassi resteranno possibili, la domanda su tecnologia tenderà a riprendersi; bastano però pochi dati macro forti per trasformare l’euforia in paura. L’elemento dominante rimane la volatilità, con continue rotazioni settoriali e prese di profitto sui titoli con performance elevate.