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Le ultime ore sui mercati finanziari hanno ridisegnato lo scenario globale confermando volatilità, cambi di sentiment e nuove preoccupazioni sulle valutazioni delle big tech. In questo approfondimento, uniamo i dati chiave del Forex, le performance degli indici americani e le evoluzioni delle Magnifiche 7 (Microsoft, Alphabet-Google, Meta, Tesla, Nvidia, Apple, Amazon), includendo gli allarmi macro e le recenti mosse degli investitori “contrarian” come Michael Burry. Il tutto in chiave SEO, per chi cerca una panoramica aggiornata e multilivello.
Analisi Forex: EUR/USD, GBP/USD, AUD/USD, USD/JPY
L’EURUSD ha mostrato una risalita fino a 1,1489 nonostante la forza del dollaro americano ormai sostenuta dal sentiment di tassi USA ai massimi e dalla cautela BCE. Le pressioni tecniche al ribasso restano presenti, con il cambio influenzato da dati macro USA e mosse della Fed.
L'analisi tecnica del cambio EURUSD evidenzia un periodo di oscillazioni e incertezza tecnica, il cambio ha subito una pressione ribassista che ha portato il prezzo in prossimità dell'area di 1,15–1,1480.
Le medie mobili a 14 giorni e 50 giorni rappresentano utili indicatori per interpretare il contesto tecnico. La media mobile breve (SMA 14) si è recentemente posizionata in prossimità o sopra la media più lenta (SMA 50), segnalando un momentum non chiaramente rialzista ma piuttosto una fase di consolidamento. L'RSI a 14 giorni si trova anch’esso in zona neutra, attorno a 50, suggerendo un equilibrio tra forze rialziste e ribassiste e quindi una fase di attesa in cui il mercato potrebbe esplorare una direzione più definita a breve termine.
Il mercato ha mostrato giornate di oscillazioni contenute, con barre giornaliere strette che indicano compressione e consolidamento.Non sono emersi pattern di candele giapponesi particolarmente significativi, come doji o inversioni nette, che possano anticipare un cambio di trend imminente. Due livelli chiave emergono dall'analisi tecnica recente: il supporto significativo si trova nell'area 1,1480–1,15, mentre la resistenza cruciale appare posta intorno a 1,18, corrispondente al massimo toccato durante la fase rialzista. Il mantenimento o la rottura di questi livelli potrebbero delineare future fasi di ripresa o di ulteriore pausa/correzione nel movimento del cambio.

GBPUSD si rafforza moderatamente a 1,3037 grazie a una minore aggressività del dollaro, ma rimangono timori per le manovre fiscali UK, tra cautela del ministro delle finanze e mercati vigili sui futuri bilanci.
L'analisi tecnica del cambio GBPUSD, in riferimento a un arco temporale di circa sei mesi fino ai primi giorni di novembre 2025, presenta un quadro di consolidamento laterale con oscillazioni contenute e una pressione ribassista nel breve termine.
Nel periodo analizzato, il cambio GBPUSD ha mostrato una fase iniziale di apprezzamento che ha raggiunto picchi intorno a 1,37 a fine giugno 2025, seguita da una fase correttiva che ha visto il prezzo scendere verso i valori intorno a 1,30-1,31 negli ultimi giorni. Nel complesso, negli ultimi mesi il mercato ha evidenziato una maggiore volatilità rispetto al periodo iniziale, passando da una fase di moderata crescita a una tendenza più laterale con debole pressione ribassista recentemente osservata.
Le medie mobili a 14 e 50 giorni si presentano appiattite, confermando una fase di consolidamento senza un chiaro segnale di inversione trend. La media a breve periodo (14 giorni) si mantiene leggermente al di sotto della media a 50 giorni, suggerendo una modesta pressione ribassista nel breve termine ma senza indicazioni di trend deciso. L'RSI a 14 giorni si attesta in zona neutra, intorno a 40-50 punti, indicando assenza di condizioni di ipercomprato o ipervenduto e quindi equilibrio tra domanda e offerta.L'analisi dei pattern grafici e delle candele evidenzia sessioni con range contenuti, senza la presenza di pattern di inversione come engulfing o pin bar marcate. Questo scenario tecnicamente corrisponde a una fase di consolidamento, con mercati in attesa di segnali più chiari per una rottura direzionale.
Il cambio ha mostrato livelli di supporto chiave intorno a 1,30, confermati da più test nel tempo, mentre le resistenze si collocano nell'area 1,32–1,33. La rottura di questi livelli potrebbe aprire la strada a movimenti più decisi, sia al rialzo sia al ribasso, con potenziali zone di interesse aggiuntive a 1,2850 sul lato ribassista e a 1,3370–1,3470 in area resistenziale più ampia.
L'analisi della pendenza della regressione lineare applicata ai prezzi di chiusura degli ultimi mesi suggerisce una situazione di trend prevalentemente laterale, con una lieve inclinazione negativa recente, coerente con la pressione ribassista moderata evidenziata dagli altri indicatori. Tale dinamica riflette un mercato in transizione, ancora indeciso sulla direzione dominante.
In definitiva, l'andamento tecnico del cambio GBPUSD degli ultimi sei mesi denota una fase di consolidamento laterale caratterizzata da volatilità moderata e segnali di lieve indebolimento del momentum rialzista recente. Medie mobili e RSI evidenziano neutralità, mentre i livelli di supporto attorno a 1,30 e di resistenza tra 1,32 e 1,33 saranno cruciali per definire eventuali sviluppi. L’assenza di dati volumetrici conferma la necessità di cautela nell’interpretazione dei segnali tecnici. Questa analisi ha scopo esclusivamente informativo, senza alcuna indicazione operativa.

AUDUSD, dopo il recente rally, ripiega a causa della Fed e una Bank of Australia prudente sui tassi, con il cambio in equilibrio tra attese di nuovi stimoli economici e forza del dollaro.
USDJPY staziona a 153,50, beneficiando dei dati macro USA robusti e della politica ultra-accomodante della Bank of Japan, con target tecnici proiettati verso 155,00.
Materie Prime: Oro e Petrolio
Prezzo dell’oro in flessione a 3.965 dollari l’oncia, punito dal rafforzamento del dollaro e da vendite dopo i recenti massimi record. Supporti tecnici individuati intorno a 3.930 dollari.
Petrolio WTI a 60,33 dollari/barile, sotto pressione per l’aumento inatteso delle scorte USA, la cautela dell’OPEC+ sulla produzione e la prospettiva di surplus nel 2026. Sanzioni russe e tensioni geo-energetiche accentuano la volatilità.
ORO
L’analisi tecnica del Gold, ha mostrato un chiaro trend rialzista, con i prezzi partiti dalla zona dei 2.700 dollari/oncia a fine 2024, fino a superare ampiamente i 4.000 dollari durante l’autunno 2025, raggiungendo punte rilevanti tra 4.300 e 4.400. Seguendo il rally, il titolo ha subito una fase di correzione nelle ultime settimane, attestandosi intorno a 3.967–4.000, delineando una maggiore volatilità e una possibile pausa di consolidamento.
Le medie mobili a 14 e 50 giorni hanno fornito segnali chiari: la MM14, più reattiva, ha seguito le oscillazioni recenti e in alcuni momenti ha incrociato la MM50, evidenziando il rallentamento dell’impulso rialzista e la formazione di fasi laterali o di consolidamento. L’RSI a 14 giorni si è mantenuto in area neutra, tra 62 e 71, rivelando come il titolo, pur conservando un momentum positivo, non sia in situazione di ipercomprato e segnali quindi equilibrio tra acquisti e vendite.
Il mercato ha evidenziato candele doji e pattern a martello negli ultimi giorni, segnali tipici di indecisione e possibili inversioni di breve periodo. Le escursioni giornaliere e una volatilità che è cresciuta poco dopo i massimi di ottobre rafforzano la lettura di una fase instabile, ma con i prezzi in una zona di riflessione, dove corpi di candela e ombre lunghe indicano incertezza tra forza rialzista e pressione venditrice.
Le zone di resistenza si identificano tra i 4.200 e 4.350 dollari, livelli che hanno già impedito ulteriori allunghi significativi. I supporti principali si collocano tra i 3.900 e 3.950 dollari: la tenuta di queste fasce sarà determinante per la futura evoluzione del titolo.
La regressione lineare sui prezzi di chiusura mostra una pendenza moderatamente negativa nell’ultimo mese, confermando una pressione ribassista di breve periodo, in linea con la recente correzione post-rally. Nel complesso, per il 2025 l’oro sembra in fase di consolidamento dopo ampie fasi rialziste, con prospettive di medio termine rimaste robuste ma con un trend attualmente più incerto.
In sintesi, l'ORO ha vissuto nel periodo analizzato una crescita significativa, seguita da una correzione recente e una maggiore volatilità, con supporti importanti attorno a 3.900–3.950 e resistenze a 4.200–4.350.

Petrolio
L’analisi tecnica relativa al Petrolio da maggio a inizio novembre 2025, traccia un quadro complesso, caratterizzato da alternanza di fasi rialziste, brusche correzioni e consolidamento su livelli inferiori. Questo movimento riflette sia la naturale ciclicità delle materie prime sia l’influenza di forze esogene come politica monetaria globale, tensioni geopolitiche e dinamiche di domanda/offerta.
All’inizio dell’anno, il petrolio ha vissuto una fase di apprezzamento, con valori che hanno raggiunto i massimi di periodo nella fascia 78–80 dollari al barile tra fine inverno e inizio primavera. Da aprile, complice il rafforzamento del dollaro e preoccupazioni per la domanda globale, si è avviata una forte correzione, portando i prezzi verso i 60–65 dollari. Attualmente, la fascia di 60–61 rappresenta un’area di supporto dove il mercato sembra aver trovato temporanea stabilità, pur mostrando segnali di estrema cautela da parte degli operatori.
L’analisi delle medie mobili a 14 e 50 giorni rileva la presenza di un setup ribassista: la MM14 si è collocata stabilmente sotto la MM50 dalla fase di inversione primaverile, confermando la pressione discendente di medio periodo. L’RSI a 14 giorni oscilla in area neutra, ma con recenti incursioni verso la zona di ipervenduto nei vari test dei nuovi minimi, segnalando assenza di eccessiva pressione di vendita ma anche un’inerzia ribassista ancora presente.
Il periodo analizzato mostra notevoli escursioni giornaliere e picchi di volatilità soprattutto durante le fasi di inversione o reazione a eventi di rilievo. Le configurazioni candlestick riscontrate nei punti di svolta (quali hammer o doji) hanno spesso anticipato rimbalzi tecnici, mentre la perdita di slancio nelle fasi laterali ha favorito pattern di consolidamento.
Dal lato dei volumi, si sono evidenziati periodi di aumento degli scambi in concomitanza con i movimenti direzionali forti, mentre la liquidità è risultata più rara nei range compressi, accentuando l’effetto “trappola” per operatori meno esperti.
Attualmente, il supporto principale è identificato in area 60 dollari, fondamentale perché tenuto più volte nelle ultime settimane. Sul lato opposto, la resistenza primaria si colloca tra 65 e 66 dollari, mentre livelli di minor importanza si trovano poco sopra i 70 dollari. Il superamento o la perdita di questi livelli potrebbe imprimere una nuova direzionalità ai prezzi, rendendo essenziale il monitoraggio di eventuali breakout o breakdown.
L’applicazione della regressione lineare ai prezzi di chiusura degli ultimi mesi restituisce una pendenza lievemente negativa, coerente con la prevalenza della pressione ribassista. Tuttavia, la velocità della discesa sembra rallentata nel periodo più recente, suggerendo un potenziale percorso laterale o una fase di equilibrio temporaneo sul supporto.
In sintesi, il Petrolio ha vissuto una transizione da un contesto rialzista a una pronunciata fase di debolezza, culminata nel consolidamento attorno ai 60 dollari. Gli indicatori tecnici evidenziano momentum debole ma in rallentamento, mentre i principali livelli di supporto e resistenza rappresentano gli snodi da monitorare. I volumi e l’incidenza di pattern chiave aggiungono dettagli fondamentali all’interpretazione della fase attuale. Come sempre, questa analisi ha uno scopo puramente informativo e non costituisce un consiglio operativo: sarà fondamentale seguire l’evoluzione delle medie mobili, dei volumi e degli indicatori per cogliere tempestivamente segnali direzionali.

Equity USA: Nasdaq, S&P500 e le Magnifiche 7
Wall Street ha segnato nuovi massimi: S&P500 guadagna +0,76%, Dow in rialzo e Nasdaq guidato dalle Magnifiche 7. Queste grandi tech — Microsoft (cloud/AI), Google (servizi digitali/sostenibilità), Meta (metaverso/pubblicità), Tesla (elettrico/guida autonoma), Nvidia (AI/semiconduttori), Apple (prodotti/servizi), Amazon (cloud/logistica) — sono motore e termometro assoluto dell'innovazione americana. Tuttavia, il rally è insidiato da forti dubbi sulle valutazioni. Il celebre gestore Michael Burry ha scommesso oltre 1,1 miliardi di dollari in opzioni “put” contro Nvidia e Palantir, due aziende simbolo della bolla AI. Palantir ha ceduto l’8%, Nvidia il 3,2%, mentre il CEO di Palantir denuncia “manipolazione di mercato”; la scommessa contro la corsa dell’AI trova nuove schiere di scettici.
Secondo analisi storiche, le quotazioni delle aziende tech USA sono ai massimi storici, ben oltre il picco della bolla dotcom. Lo “Shiller P/E” — rapporto prezzo/utili rettificato su 10 anni — ha superato quota 40, livello coerente con rendimenti reali negativi nei decenni successivi. Le Mag7 potrebbero offrire, secondo i modelli statistici, rendimenti negativi dell’1,1% annuo reale sui prossimi 10 anni, mentre small cap europee ed emergenti risultano favorite. La rivoluzione AI e la produttività tech potrebbero essere insufficienti a giustificare multipli così elevati, con il prezzo (“P”) destinato — secondo l’indicatore — a correggere più degli utili (“E”).
Gli investitori rimangono cauti sulle prossime mosse della Fed e sui dati attesi del mercato del lavoro USA, con ricadute immediate su dollaro, equity e materie prime. A livello sociopolitico, si accentuano i dibattiti su regolamentazione AI, privacy, impatto su occupazione e governance aziendale; tematiche che generano volatilità e ridefiniscono le prospettive di lungo periodo.
La fotografia delle ultime 24 ore mostra mercati globali ad alta tensione: forza del dollaro, rally tech sotto osservazione, volatile equilibrio delle commodity, e indici USA trainati da Mag7 ma a rischio bolla. Investitori e operatori professionali dovranno mantenere selettività e disciplina strategica, in un contesto che — tra boom, correzioni e innovazione — promette profondi cambiamenti nel prossimo decennio.

Nasdaq
L’analisi tecnica del NASDAQ, riferita agli ultimi sei mesi (da fine primavera 2025), restituisce un quadro complesso ma con orientamento strutturalmente rialzista nonostante le importanti oscillazioni di prezzo rilevate.
Dopo aver toccato i minimi annuali nell’area 18.500–19.500 nel periodo primaverile, l’indice ha messo a segno una ripresa costante – con una progressione che ha portato i prezzi di chiusura recenti in prossimità di 25.400–25.500 punti. Il recupero è stato caratterizzato da alcune fasi di consolidamento e correzione: in particolare, tra marzo e aprile si è registrato un ritracciamento fino a un minimo di 17.397 punti, seguito poi dalla riattivazione del momentum rialzista.
Le medie mobili a 14 e 50 giorni appaiono impostate al rialzo: il prezzo si mantiene stabilmente sopra la MM50, mentre la MM14 conferma la forza del trend di breve periodo. Negli ultimi giorni, la regione attorno a 25.500 punti ha rappresentato una zona chiave di consolidamento, con la MM50 in area 24.760 a fungere da supporto dinamico. L’RSI a 14 giorni oscilla in territorio neutro, tra 45 e 65, suggerendo assenza di condizioni di ipercomprato o ipervenduto e confermando una fase di accumulo più che di eccessiva speculazione.
I volumi si sono attestati su livelli medi con alcuni picchi durante le fasi di maggiore volatilità – specialmente durante correzioni e fasi di breakout. Le ampie oscillazioni giornaliere e la presenza di candele con corpi ridotti (doji, pin bar) riflettono l’alternanza tra indecisione e crescente interesse, con la formazione di livelli tecnici importanti.
Pattern Grafici, Supporti e Resistenze
Dal punto di vista grafico, si registrano oscillazioni pronunciate e daily range ampi, segno di volatilità elevata. Le zone chiave individuate sono:
In conclusione, il NASDAQ si trova in una fase di ripresa strutturale dopo una correzione significativa nel primo semestre 2025, con trend supportato da medie mobili ascendenti e da indicatori tecnici che segnalano equilibrio tra domanda e offerta. I livelli di 24.000–24.761 rappresentano supporti chiave, mentre area 26.000–26.100 delimita la resistenza principale di breve periodo. Le oscillazioni e i volumi indicano un mercato partecipato ma incerto, in cui la volatilità resta elevata ed è fondamentale il monitoraggio dei livelli tecnici e degli indici di momentum per cogliere tempestivamente i prossimi segnali direzionali. Questa analisi è fornita esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza operativa.