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L'attenzione dei mercati è stata recentemente catalizzata dalle dichiarazioni di Donald Trump riguardo a una potenziale rimodulazione dei dazi commerciali verso la Cina. La proposta prevede un approccio a scaglioni, mantenendo tariffe elevate sui beni essenziali ma riducendole su altre categorie. Una frase significativa che ha smorzato l'iniziale entusiasmo degli investitori, che speravano in un'inversione completa della politica protezionistica, è stata la precisazione che "i dazi non saranno mai zero".
Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha chiarito che qualsiasi riduzione dei dazi sulla Cina non sarebbe unilaterale e ha aggiunto che le negoziazioni potrebbero richiedere da due a tre anni. Questo ha in parte "smorzato" il fervore iniziale, ma ha anche evidenziato come l'attuale contesto di dazi e restrizioni commerciali stia mettendo sotto pressione il mercato obbligazionario statunitense. Nonostante l'incertezza, la potenziale riduzione dei dazi è vista positivamente per alcuni settori come i semiconduttori e i rivenditori che si riforniscono dall'Asia.
Sul fronte delle trimestrali, i risultati di Tesla sono stati un punto focale. La società ha mancato le aspettative sia per gli utili per azione rettificati ($0.27 contro $0.43 attesi) che per i ricavi ($19.34 miliardi contro $21.37 miliardi attesi). Analizzando più a fondo, escludendo i crediti normativi e gli interessi attivi, la società ha generato una perdita ante imposte di circa 200 milioni di dollari nel primo trimestre. Inoltre, la precedente promessa di un "ritorno alla crescita nel 2025" non è stata menzionata nell'ultimo annuncio.
Nonostante questi dati non entusiasmanti, il titolo Tesla è comunque salito. Il caso di Tesla, infatti, sembra non basarsi unicamente su metriche finanziarie tradizionali come i ricavi o il valore attuale dei flussi di cassa futuri. La salita è stata in parte attribuita all'impegno del CEO Elon Musk di dedicare meno tempo ad attività esterne (come DOGE) e più all'azienda. I piani per il lancio del robotaxi e di veicoli meno costosi rimangono in programma, sebbene manchino nuove informazioni.
Un elemento di potenziale sfida è emerso con la rivelazione di un nuovo rivale finanziato da Jeff Bezos, che ha operato in modalità stealth e ha presentato un pick-up elettrico da 25.000 dollari. Questa mossa, avvenuta proprio il giorno degli utili di Tesla e con le vendite del Cybertruck in calo e nessun Modello Y economico all'orizzonte, sembra colpire Tesla in due dei suoi punti più vulnerabili. Il confronto con Thomas Edison, battuto da un concorrente innovatore nonostante avesse fatto progredire la tecnologia, suggerisce che nulla è assicurato.
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Nonostante i rimbalzi attuali sia in Europa che in America, sembra che il mercato stia cercando delle zone di resistenze per testare la forza (e volontà) per un ritorno dei Seller al comando del trend.
L'indice di volatilità (VIX) si mantiene elevato nell'area dei 28-30 punti, una configurazione che storicamente prelude a ulteriori fasi ribassiste sui mercati azionari. Il recente rimbalzo del 5% potrebbe quindi rappresentare un recupero tecnico all'interno di un trend ribassista più ampio.
Sul fronte tecnico, l'S&P 500 presenta una resistenza chiave a 5365 punti. Altri supporti sono a 5315 e 5295 punti. Al di sopra di 5380, rimane la possibilità di un movimento rialzista verso l'area di 5450-5480 punti. La direzione dipenderà molto dai dati macroeconomici attesi, in particolare le richieste di disoccupazione.
Il DAX tedesco ha recentemente avvicinato il livello di 22250. Le indicazioni attuali suggeriscono la possibilità di pressioni di vendita in questa zona, supportate da una reazione negativa sotto il box di lateralità dei mesi precedenti. I supporti chiave si trovano a 21735 e 21600 punti. Il mercato europeo, incluso il DAX, appare relativamente meglio posizionato rispetto a quello americano, principalmente grazie a tassi d'interesse significativamente più bassi. Le dichiarazioni della Lagarde sulla disinflazione potrebbero preparare il terreno per ulteriori tagli dei tassi, mitigando l'impatto dei dazi USA sull'economia europea.