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Questa settimana i mercati saranno dominati dagli esiti delle riunioni delle principali banche centrali, con attesa focalizzata su BCE e Bank of England. La BCE deve valutare se seguire la Fed verso ulteriori tagli dei tassi per stimolare un’economia europea che soffre ancora una crescita anemica. In questo scenario, ogni parola della presidente Lagarde potrebbe muovere bruscamente euro e listini azionari.
Per la BoE il taglio dei tassi pare scontato, ma il focus sarà sulla forward guidance: una svolta dovish prolungata accentuerebbe la pressione sulla sterlina, già scossa da dati macro britannici sotto le attese. Intanto i dati USA sui JOLTS e le buste paga non agricole saranno determinanti sia per le aspettative sui tassi Fed che per il sentiment sulle borse mondiali.
Euro/Dollaro
L’euro conferma la rottura dei principali supporti tecnici (1,1560-1,1400), segnalando tendenza ribassista di medio periodo, appesantita dall’attesa per la BCE e dal differenziale dei tassi in favore degli USA. Un break deciso sotto area 1,14 aprirebbe scenari di discesa fino a 1,10. Il quadro tecnico è aggravato dalla volatilità ancora bassa, segnale che il movimento potrebbe solo essere agli inizi e che la reattività del mercato è limitata agli shock da news flow.
Sterlina/Dollaro
La moneta britannica sconta anticipatamente il taglio dei tassi da parte della BoE, in un canale discendente ben definito: perdere 1,28 potrebbe aprire nuovi ribassi verso 1,27 e infine 1,26 nel breve termine. Anche qui la volatilità è in aumento ma resta sotto i livelli d’allarme, suggerendo spazio per ulteriori accelerazioni. La forza del dollaro trova sponda anche nelle tensioni geopolitiche (dossier Venezuela e Cina-USA), che lo confermano bene rifugio.
Yen e Australian Dollar
Il dollaro si rafforza anche contro yen ed AUD, con movimenti correlati a scelte politiche in Asia e alle strategie della RBA di mantenere elevata la difesa dei tassi. Il break del dollaro/yen sopra 154 individua target intermedi anche verso 158-160.
Oro
L’oro resta in fase di accumulo, ma la formazione di un triangolo di volatilità in area 3900–4100 $/oz segnala la possibilità di un breakout imminente. La pressione degli ETF e la domanda cinese potrebbero alimentare una nuova gamba rialzista soprattutto in caso di panic selling azionario o delusione da parte della BCE. La tenuta del supporto a 3800$ è cruciale; sotto tale livello il rischio è di un’accelerazione verso i 3500$, mentre sopra i 4100$ si tornerebbe in rally.
Petrolio
Il greggio si muove in risposta alle crisi geopolitiche (crisi Venezuela, esercitazioni USA) e alla capacità produttiva OPEC+. Il recupero degli ultimi giorni porta il prezzo sopra 62$ (WTI), con resistenza critica a 63$: un superamento confermato getterebbe le basi per un veloce ritorno verso area 68-70$. Gli operatori guardano anche agli sviluppi sulle riserve strategiche e alle mosse dei grandi hedge fund nel posizionamento sul future.
Cacao
Il cacao segna +3,8% grazie a volatilità in crescita e timori legati alla produzione sudamericana e africana. I prezzi hanno superato resistenze chiave e puntano ora in area 8.000$ a tonnellata, confermando come le tensioni su materie prime agricole offrano opportunità tattiche anche ai trader non istituzionali.
Amazon:
Volano i ricavi oltre 180 miliardi, ben sopra le attese, e il titolo beneficia anche del maxi-accordo da 38 miliardi con OpenAI. Il +15% weekly suggella il ritorno di sentiment positivo sul titolo, già in forte ipercomprato. Il break sopra 258$ può innescare nuove ondate di acquisto, pur con molti indicatori tecnici in zona di allarme per eccessi speculativi.
Microsoft:
Ottima trimestrale anche per Microsoft. La solidità di utili e ricavi, unita alle partnership IA, consolida la leadership del gruppo sia nel cloud che nelle soluzioni AI. Un close sopra 526$ aprirebbe la strada per target di breve a 540$.
Apple e Meta:
Apple difende i supporti, mentre Meta tenta una reazione dopo il sell-off causato dalla trimestrale: solo un ritorno sopra i 700$ darà un chiaro segnale di ripresa.
SP500
Apertura settimanale positiva ma il quadro è tecnicamente fragile: la divergenza ribassista tra prezzi e RSI invita prudenza. Attenzione ai supporti 6850 e 6830 punti; una rottura riporterebbe velocemente l’indice verso i minimi di ottobre a 6300 punti.
Nasdaq
Il Nasdaq conserva impostazione rialzista, con il superamento dei 26.300 punti che potrebbe scatenare nuovi acquisti soprattutto sui titoli AI e semiconduttori.
Dollar Index e VIX
L’Indice del Dollaro sfiora nuovi massimi annuali: un ulteriore rafforzamento farebbe pressione soprattutto su euro, sterlina e valute emergenti. Il VIX resta su livelli di guardia (area 18-20), ma un ritorno sotto 16 sarebbe la conferma di un clima più disteso e propizio al rally natalizio.