Lo stop sul panic selling visto ipotizzato due giorni fa sta continuando a mantenersi in essere. Le borse ieri hanno rimbalzato ulteriormente, con il Dax tornato sopra quota 9.500 e lo S&P500 sopra quota 2.400. Il Dow Jones ha mostrato uno dei rimbalzi più importanti da quando è quotato, facendo segnare un rimbalzo superiore al 10%. Questo conferma come le ondate di vendite siano per il momento in pausa in attesa di capire, come detto, quali saranno gli scenari futuri. Sono stati comunicati gli ultimi due tasselli forieri di incertezza di cui parlavamo quando abbiamo visto lo stop alle vendite, ovvero le decisioni che si attendevano da parte di Usa e UK circa la chiusura delle attività economiche. Scrivevamo che essi avrebbero potuto condurre, una volta messi sul tavolo, ad un tentativo di riposizionamento del denaro sul rischio e questo sta accadendo. Attenzione però che non siamo a nostro parere ancora usciti dalla tempesta, occorreranno delle conferme per comprendere se questa può essere considerata l’inizio di una partenza di movimenti che perdureranno nel medio lungo termine.
Ieri si sono vissute fortissime tensioni sull’oro. I prezzi futures rispetto ai prezzi spot di sono disallineati moltissimo, con lo spot che in un certo momento quotava 1600 ed il future che quotava tra 1675 e 1685 a dipendere dal contratto (aprile o giugno). Si è creata mancanza di liquidità sul prezzo fisico dell’oro, in quanto la situazione dettata dal coronavirus impedisce la circolazione fisica del metallo giallo ed alcune raffinerie in Svizzera hanno per ora chiuso i battenti, un qualcosa che non è mai accaduto. La mancanza di prezzi e di mercato sul fisico ha spinto molti investitori a riversarsi sul future, che sta mostrando quello che sul mercato delle materie prima si definisce fenomeno di backwardation, ossia costa di più la materia prima che viene fisicamente consegnata ad aprile rispetto a quella che viene consegnata a giungo, indice di tensione e di scarsità del sottostante. Dobbiamo vedere quando si sbloccherà la situazione, per capire velocemente quanto sta accadendo possiamo riassumere il tutto nel seguente modo. Le più grosse raffinerie svizzere qualificate alla produzione di lingotti per la consegna fisica dell’oro sono chiuse, non ci sono aerei disponibili e le consegne fisiche sono a rischio. Inoltre, a Londra sono conservate oltre 8000 tonnellate d’oro in lingotti però da 400 once, lingotti che sono stati messi a disposizione per la consegna fisica ma che dovrebbero essere fusi nuovamente perché al Comex si consegnano pezzi da 100 once. Una situazione di forte tensione dalla quale si fa fatica anche a ricavare degli arbitraggi. Ieri i prezzi hanno provato a riallinearsi per poco tempo, siamo arrivati ad uno spread tra lo spot ed il future di 40 punti (1615 vs 1655), ma stamattina si è di nuovo allargato e, viste le condizioni, potrebbe allargarsi ulteriormente.
Le forti salite del dollaro si sono per il momento fermate. Di fronte a questo scenario di relativo risk on, dovuto come detto al riposizionamento temporaneo della liquidità recuperata del corso degli ultimi 15 giorni, il mercato ha iniziato a smobilizzare un po’ di dollari acquistati per iniziare ad acquistare bond e borse e a prendere profitto dopo i forti movimenti di salita del biglietto verde. Il movimenti derivanti dalle vendite sono generalizzati, con l’unica eccezione di UsdJpy sul quale occorrerà capire se il mercato si finanzierà in yen per continuare ad acquistare i listini. Guardando quest’ultimo potremo capire se il rimbalzo attuale potrà potenzialmente durare qualche seduta in più. In caso di rottura di area 112.00, con gli altri dollari che continuano ad essere venduti, avremmo un potenziale segnale da considerare nel breve periodo come supportivo dei listini.