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Tagli di tassi e flussi di capitali. Risk off ancora in vista?

Matteo Paganini
Head of Sales, Italy and Spain
5 mar 2020

Tagli di tassi

La Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di 50 punti a sorpresa (ora 1% - 1.25%), dichiarando implicitamente al mondo di non essere un organismo indipendente, a cui Trump ha chiesto di agire ulteriormente andando a tagliare ancora i tassi e portandoli al livello di altre economie principali (senza dire quali, ma ci ha fatto capire che più bassi sono i tassi senza arrivare allo zero, meglio è). La Bank of Canada ieri pomeriggio ha tagliato i tassi di 50 punti, portandoli a 1.25%. What’s next? Chi sarà il prossimo? Crediamo che diverse banche centrali, come detto nelle nostre precedenti riflessioni possano procedere con un ritocco dei tassi di interesse e quello che finora è successo conferma le nostre idee circa i possibili effetti di trasmissione all’economia reale dei timori legati a questa potenziale pandemia. Il problema è capire per quanto tempo essi dureranno e non escludiamo che, oltre a tagli di tassi alcuni istituti possano propendere all’implementazione di politiche di allentamento monetario vere e proprie, Australia in testa (la quale ha tagliato di 25 punti con tassi ora a 0.50%). L’entità dei tagli sta iniziando a far pensare a molti che la potenziale espansione del virus sia molto temuta e che si tema un ulteriore aumento su base esponenziale. Stiamo attenti. All’interno di questo mondo dove l’inflazione non dev’essere più il punto di riferimento per trainare le politiche monetarie delle banche centrali, ulteriori tagli di tassi a livello globale potrebbero essere degli interventi che verranno messi in pratica, andando a sancire definitivamente che i manuali economici devono essere totalmente riscritti.


Risk off ancora in vista?

Come scrivevamo, il mercato valutario rimane ancora in pausa. Euro, yen ed in parte i franchi svizzeri continuano a ricoprire il ruolo di valuta rifugio ed il dollaro americano attualmente si trova ancora in fase di correzione, dopo le prese di profitto che avevano seguito le ultime salite del biglietto verde dovute ai due fattori visti (mercati che cercavano di parcheggiare liquidità su un porto sicuro con tassi più alti rispetto alle altre valute principali). Dovessimo assistere ad un inasprimento della situazione, sul valutario potrebbero crearsi dei movimenti molto volatili e non per forza di cose unidirezionali. Partendo dal fatto che i mercati non risultano dollarocentrici a causa di quanto visto nelle scorse settimane (dollaro forte contro le commodity currencies, ma slegato da dinamiche di risk off in quanto euro, yen e franchi venivano acquistati), possiamo pensare ad un dollaro in posizione di valuta rifugio solo se tutte le altre banche centrali dovessero procedere con dei tagli di tassi veloci e della stessa entità della Fed (che probabilmente taglierà ancora). In mancanza di un attivismo del genere, Trump potrebbe sorridere e vedere la divisa americana sotto pressione. La moneta unica europea continua ad essere potenzialmente acquistabile mentre sul fronte asiatico i movimenti di Aud e Nzd potrebbero verosimilmente dipendere dalle mosse della Banca Centrale australiana.


I listini azionari

I listini per il momento sono in consolidamento. Esiste la possibilità che possano ripartire sia a rialzo che a ribasso e questo modo di esprimerci non è difensivo, ma rispecchia le reali possibilità di movimenti. I flussi di capitale ci stanno dicendo che non siamo in fase piena di risk off così come, chiaramente non ci troviamo in fase di propensione al rischio. La pausa sul movimento di discesa c’è stata e la liquidità che si era liberata sul finire di settimana scorsa (con l’oro che era sceso in maniera molto forte sul finire di settimana) è stata in parte posizionata sulle borse (che hanno rimbalzato e che nel breve potrebbero tentare dei rimbalzi ulteriori) ed in parte ancora sui beni/valute rifugio (oro, e le divise che abbiamo visto poco fa). Attendiamoci quindi bidirezionalità potenziale con possibili tentativi di estensioni rialziste di breve prima di rimetterci in guardia. Eventuali rotture ribassiste di minimi relativi segnati sui listini dalle aperture di questa settimana senza che i prezzi rompano i massimi di ieri potrebbero far anticipare delle ripartenze ribassiste.

Dax – grafico 4 ore
Dax – grafico 4 ore
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