La Reserve Bank of Australia ha deciso di mantenere il costo del denaro al minimo storico dello 0.75%, dopo i tre tagli effettuati nel corso del 2019 che hanno portato il costo del denaro a dimezzarsi. Si stanno ancora valutando gli effetti e gli impatti di questi tagli e, dopo i dati sul mercato del lavoro, le attese per un ulteriore taglio del costo del denaro sono rientrate da circa una probabilità del 60% ad una del 10%. Bisognerà continuare a monitorare la situazione a causa anche del corona virus che sta portando ulteriore incertezza sui mercati, il che si riflette soprattutto sui movimenti di mercato che vedremo adesso.
Si stanno alternando fasi di risk on a fasi di risk off e iniziamo ad avere delle reazioni che tengono conto del corona virus più di quanto facessero quando hanno cominciato a circolare le notizie sull’epidemia. Gli indici di borsa hanno stornato, con l’indice cinese in calo di oltre il 10%, con movimenti di oro e yen che hanno ben seguito le fasi di correzione, mostrandoci la possibilità che, se dovessimo spostarci da fasi alterne di prove di risk off e di tentativi di ripartenza dovuti a fasi di risk on a fasi confermate di avversione al rischio, i mercati potrebbero essere pronti ad acquistare yen, franchi svizzeri ed oro in maniera importante.
Il biglietto verde continua a faticare a trovare un’unidirezionalità nei confronti delle altre divise. Non ci troviamo infatti al cospetto di situazioni in grado di accendere un sentiment unilaterale nei confronti del greenback, le singole situazioni, tra le major, la fanno da padrone. Lo yen ed il franco svizzero si stanno muovendo in base all’appetito per il rischio. La sterlina sta vivendo dei flussi di vendita dopo l’ufficializzazione della brexit, in attesa di capire se mai si dovesse procedere con degli allentamenti monetari ed un ulteriore taglio di tassi. Il dollaro canadese sta riflettendo delle buone correlazioni con l’andamento del petrolio, che in serata ha superato a ribasso quota 50.00, mentre il dollaro australiano è rimasto finora sotto pressione a causa delle attese, come visto poi rientrate, per il taglio di tassi e per le questioni relative al virus, seguito a livello correlativo dal kiwi. Per quanto concerne infine l’euro, qui continuiamo a seguire la pubblicazione di dati macro, senza tuttavia grosse aspettative di ripresa o di peggioramento e, tantomeno, di attivismo da parte della Banca Centrale Europea, il che significa che verosimilmente i livelli di volatilità prospettici continueranno a rimanere tendenzialmente bassi.
L’oro nero ha raggiunto e superato momentaneamente il livello di 50 durante la serata di ieri, confermando le forti vendite che hanno accompagnato il mese di gennaio. Non sussistono, come visto nelle scorse settimane, motivazioni macroeconomiche particolari e si tratta prettamente di movimenti tecnici. In caso di approfondimento sotto i minimi battuti ieri, non escludiamo la possibilità che si tentino delle estensioni verso l’area di 48.30 e bisognerà curare con grande attenzione la possibile formazione di una divergenza rialzista tra prezzi ed oscillatore stocastico su un time frame daily.