Massimi storici per l’oro: diversificazione, protezione e investimento
Attenzione alle correlazioni, da qui in avanti
Il metallo giallo è arrivato a quotare 2025 dollari/oncia. Il motivo è presto detto. La diffusione del coronavirus ha causato la fuga da tutti gli asset (oro ed obbligazionario compresi), che ha condotto gli investitori a non riuscire a stimare l’entità dei danni che sarebbero conseguiti. La parola d’ordine era una sola: rifugiarsi sul dollaro americano e riuscire a recuperare più liquidità possibile, per essere pronti ad acquistare quando il mercato avrebbe offerto prezzi ritenuti a sconto. Dopo i capitomboli delle borse abbiamo iniziato ad assistere ai primi acquisti, foraggiati dalla liquidità recuperata e dalla vendita di dollari che si avevano in portafoglio, una fase che abbiamo definito in maniera abbastanza chiara e diretta per chi ci segue giornalmente di riequilibrio finanziario, in attesa che si capissero a livello numerico quali fossero effettivamente i danni di medio-lungo periodo causati alle diverse economie. Questi acquisti hanno interessato chiaramente le borse, che ancora attualmente vedono flussi di capitale in ingresso, anche se la tanto attesa resa dei conti si è avvicinata (ricordiamo che stimavamo il periodo di inizio del ritorno all’importanza dei dati macroeconomici a partire da metà luglio). Abbiamo infatti assistito a tentativi di frenata da parte del Dax e delle borse europee, mentre le americane hanno continuato a muoversi sui massimi, il che testimonia come le frenate della prima economia europea (Pil a -10% contro attese di -2.2%) abbiano iniziato a condurre a decorrelazioni di breve periodo. Oltre alle borse, gli acquisti hanno interessato anche l’oro, in ottica di diversificazione, di potenziale protezione nel caso in cui le borse avrebbero mostrato delle cadute importanti e di puro investimento.
Oro – grafico 4 ore
E siamo arrivati a questo punto. L’oro, che è risultato decorrelato rispetto all’andamento del dollaro e delle borse fino a poco dopo metà luglio, adesso ha beneficiato del nuovo indebolimento del dollaro (in seguito alle nuove tensioni tra Cina e Stati Uniti, unitamente al fatto che tecnicamente si sono create delle situazioni che hanno chiamato all’azione diversi operatori, in questo mondo senza infamia e senza lode da un punto di vista macroeconomico in senso stretto) ed in ottica di potenziali storni delle borse è già stato messo in portafoglio da quando quotava 1650 dollari. Seguiamo con attenzione gli sviluppi del mercato, ora più che mai occorre ragionare su effetti correlativi, da verificare nel corso del prossimo mese.
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