La sterlina ha rispettato pienamente le previsioni, con la consacrazione che il fatto di aver tolto dal tavolo l’enorme incertezza che ha caratterizzato l’andamento di questi ultimi mesi risulta decisivo nella stabilizzazione degli animi e delle attese di molti operatori. Avevamo già cominciato a scontare una possibile vittoria con il pound salito nei confronti del dollaro da area 1.2950 a area 1.3150 e, come visto all’interno del nostro Pepperstone Trading Hub e negli aggiornamenti scritti precedenti, sui primi sondaggi che vedevano una riduzione della maggioranza precedentemente stimata, la sterlina aveva cominciato a prendere profitto, il che ci forniva la seguente idea: se di fronte ad una diminuzione della maggioranza dei Tory la sterlina scende, un ritorno ad una maggioranza più corposa potrebbe condurre alla continuazione del movimento rialzista che era partito, in quanto probabilmente non ha scontato tutti gli effetti relativi alla questione. Tutto questo prima di quello che nelle prossime settimane e mesi, di fronte all’avvicinarsi evolversi della situazione, potrebbe portare il pound nuovamente ad una fase di pesantezza per due motivi. Il primo, prese di profitto, il secondo, ridimensionamenti mano a mano che si avvicenderanno delle probabili evoluzioni sensibili dal punto di vista di accordi bilaterali che inizialmente, a livello puramente macroeconomico e di effetti economici, potrebbero lasciare spazio ad interpretazioni sulla bontà o meno delle decisioni che verranno prese. Su ogni storno importante staremo attenti a seguire eventuali ripartenze della divisa inglese. Seguiamolo insieme giorno per giorno e settimana dopo settimana.
Da un punto di vista tecnico abbiamo visto più volte la possibilità che si potesse assistere ad estensioni verso l’area di 1.3375 ed il livello è stato colpito e superato, ora sarà importante studiare proprio quest’area che potrebbe intervenire come zona di supporto a tenuta del movimento visto ed in caso di sua tenuta potremmo assistere a tentativi di ripartenza oltre i massimi. Se i prezzi dovessero superare infatti l’area posta a 1.3525 potremmo assistere a tentativi di estensione verso 1.3610. Necessitiamo di ritorni sotto area 1.3350 prima di assistere a potenziali ridimensionamenti nell’ordine di una figura (100 punti).
Durante la conferenza stampa di Christine Lagarde non sono state apportate novità significative alla forward guidance, un vero e proprio strumento di politica monetaria da parte dell’istituto centrale e tale approccio, come da attese, è stato premiato dal mercato. Un premio ulteriore, come sostenevamo anche sulla CNBC proprio qualche minuto prima della conferenza stampa, è stato assegnato quando la Lagarde si è mostrata ben decisa nel comunicare le proprie intenzioni da qui in avanti, trasmettendo un messaggio di stabilità all’interno del comitato direttivo che ultimamente aveva vissuto momenti di subbuglio. Non vogliamo dilungarci molto su quanto detto a livello economico in quanto non cambia assolutamente nulla rispetto a quanto la BCE ci aveva già comunicato in passato, ma una veloce parola sull’approccio con i giornalisti, ringraziati ed appellati come parte molto importante dell’intero sistema da Draghi durante la sua ultima apparizione, va detta. La presidente ha chiesto esplicitamente ai giornalisti di non sovrastimare quello che lei dirà, di non fare domande per cercare di scovare qualcosa in più rispetto a quanto ella comunicherà nelle prossime conferenze stampa, senza continuare a focalizzarsi su argomenti che verosimilmente non saranno dunque approfonditi. Un monito come a dire: “vi dirò quello che ci sarà da dire e non di più e, se qualcosa non la saprò, ve lo dirò chiaramente”.
La reazione dell’euro, già in lieve salita a causa della vendita di dollari che ha seguito la Federal Reserve che ha comunicato come il costo del denaro rimarrà fermo per molto tempo (le probabilità di un primo movimento del costo del denaro sono prezzate per dicembre 2020, con un possibile taglio), è stata positiva e le borse hanno seguito l’andamento della divisa unica, andando a recuperare terreno.
Ultimo tema importante sul quale occorre concentrarsi è relativo agli accordi tra Usa e Cina per quanto concerne la questione dazi, che andremo ad esplicitare per mancanza di spazio durante la prossima settimana con calma. Si prevede la riduzione significativa dei dazi esistenti e lo stop sui dazi su ulteriori 160 miliardi di prodotti di largo consumo che avrebbero dovuto essere applicati a partire da domenica. Risultato: borse su nuovi massimi storici, sempre come da attese.