La Fed ha tagliato i tassi di interesse a zero e ha lanciato un nuovo Quantitative Easing. Il tutto, nuovamente, prima del suo meeting ufficiale che si terrà mercoledì sera. 500 miliardi di acquisti di titoli di stato e 200 miliardi di acquisti di MBS, dicendo chiaramente di dimenticarsi le vecchie misure pari a 60 miliardi al mese. Si parte già oggi, per tentare di calmare i mercati e le grosse banche americane hanno deciso di stoppare qualsiasi meccanismo di buy back fino a questa estate, oltre che essere state invitate a mettere mano a tutta la liquidità finora accumulati come riserva di capitali (trilioni di dollari) per concedere immediatamente prestiti ad imprese e famiglie. Tutto chiaramente a causa del coronavirus, o meglio, del timore che il coronavirus ha fatto nascere e crescere. Non è il momento di fare paragoni con la dormient BCE, sapete come la pensio a riguardo, e chi mi segue da tempo sa che sono 15 anni che sostengo che il sistema euro non sia sostenibile ed una decina d’anni che sostengo che l’inflazione non può più essere un target da perseguire per la BCE ed in generale per le Banche Centrali. Ci arriveremo nuovamente a tempo debito.
La Banca Centrale della Nuova Zelanda ha tagliato i tassi di interesse ieri sera portandoli a 0.25% da 0.75% e li lascerà a questo livello per 12 mesi, l’Australia è pronta ad una manovra di quantitative Easing tramite acquisti di titoli di stato per iniettare liquidità nel sistema. Anche le banche di Paesi legati alle commodities si stanno adeguando ad affrontare una situazione molto pericolosa, manchiamo solo noi all’appello.
Sono saltate tutte le logiche. I beni rifugio non sono più comprati, le valute rifugio salgono ma non come dovrebbero. Le borse rimangono sotto pressione e molti operatori stanno rimanendo liquidi, senza spostare nemmeno questa liquidità da una valuta ad un’altra in quanto ci troviamo in un “mondo a tassi zero”, come avevamo definito questa evenienza non più tardi di un paio di mesi fa. Viene venduto anche il bund tedesco, giusto per far capire la situazione, non esistono più safe heaven. Il petrolio intanto, trova “la scusa” per continuare la sua discesa, questa è l’unica idea non diciamo chiara, ma per lo meno condivisibile che diversi investitori, per il momento, riescono a, per l’appunto, condividere (ripetizione voluta). L’avversione al rischio continuerà presumibilmente a perdurare e fino a quando non si avranno chiari gli effetti degli interventi delle diverse Banche Centrali, che a breve potrebbero coordinarsi in modo ufficiale, occorre portare pazienza. Non è chiaro per nessuno quali saranno le nuove regole del gioco, non esistono fondi, modelli di intelligenza artificiale, eminenze, in grado di comprendere come allocarsi in questo momento, in attesa che maturi tra tutti una consapevolezza che in questi anni tra gli addetti del settore più lungimiranti si era ben già ben radicata. La consapevolezza che tutte le regole economiche dovranno essere riscritte, a partire dalle basi. AAA si cercano nuovi professori universitari e molti dovranno per forza di cose arrivare dai mercati finanziari.
Attualmente è inutile effettuare ragionamenti tecnici o correlativi, se non appunto notare e prendere atto che tutte le correlazioni sono saltate. Per chi opera sui mercati la considerazione da fare è solo una. Importi piccoli a causa dell’elevatissima volatilità e stop sempre in macchina. Per tutti i nostri clienti, siamo a disposizione con filo diretto, meglio una telefonata in più che in meno.