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Discesa dei listini. Correzione o risk off?

Matteo Paganini
Head of Sales, Italy and Spain
21 feb 2020

Correzioni dei listini

Il campanello di allarme visto ieri mattina, rappresentato dall’oro acquistato per coprire il rischio che i listini azionari potessero correggere ha iniziato a mostrare i suoi effetti, con le borse che hanno iniziato quelle che per ora possono essere considerate delle prese di profitto. Lo S&P500ha stornato dai propri massimi toccando l’area di 3.340 ed il Dax ha seguito il movimento andando a portarsi all’interno della zona da scambio di ruolo tra resistenze statiche e supporti statici (area passante tra 13.570 e 13.650). Nel primo caso, un approfondimento sotto area 3.330 potrebbe innescare l’esecuzione delle prime nuvole di ordini in grado di condurre i prezzi a tentativi di estensione verso area 3.305, mentre per quanto concerne l’indice europeo, l’area a nostro parere da seguire passa per 13.565. Un suo superamento a ribasso potrebbe dare il la a tentativi di estensione verso 13.530.

Risk off o correzione?

Per il momento i movimenti sono da ascrivere a prese di profitto, dopo le salite importanti che il mercato ci ha mostrato. Ieri, all’interno dei nostri ragionamenti, abbiamo ragionato sul motivo per il quale le correlazioni classiche tra le diverse asset class sono per il momento venute meno, vedendo come il dollaro sia comprato a livello generale e l’oro sia stato utilizzato come strumento di copertura per non prendere posizioni short dirette sulle borse. Se dovessimo assistere alla decorrelazione tra UsdJpy e tutti gli altri dollari americani (il che significa vedere UsdJpy scendere indipendentemente da quanto gli altri dollari stiano facendo), allora saremmo pronti a valutare degli approfondimenti più significativi dei listini. Tecnicamente parlando infatti, non ci sono ancora condizioni strutturalmente indicative di potenziali inversioni di tendenza, occorre quindi ragionare con"prudenza.

Commodity currencies

Continuano le discese del dollaro australiano e del dollaro neozelandese, in virtù dei forti acquisti di dollari americani che stanno continuando e grazie anche a motivazioni tecniche che, sul primo rapporto di cambio citato, hanno iniziato a condurre all’esecuzione di ordini di vendita sotto i minimi battuti questa estate, raggiungendo prezzi che non si vedevano da 10 anni a questa parte. I timori di possibili tagli di tassi di interesse stanno continuando a pesare sulla divisa australiana, che sta trainando con se il kiwi. Per il momento continuiamo a seguire dei possibili approfondimenti ribassisti verso area 0.6525, dove potremmo ipotizzare ulteriori tentativi di estensione ribassista se il mercato dovesse continuare ad acquistare dollari americani.

AUD/USD - grafico settimanale
AUD/USD - grafico settimanale

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