Dopo la decisione dell’Opec Plus di procedere con un taglio della produzione pari a 9.7 milioni di barili, eventualità scontata dal mercato e che se non confermata avrebbe potuto condurre a nuove discese importanti da parte dell’oro nero, il prezzo non è riuscito comunque a tentare delle ripartenze importanti, rimanendo sotto pressione e dimostrandoci che saranno i fondamentali economici a poter muovere nuovamente le quotazioni. Sarà importante concentrarsi sulle trimestrali americane che aiuteranno a stimare il peso della frenata dovuta al coronavirus e che potrebbero condurre a movimenti di reazione sulle borse. I listini hanno mostrato dei buoni segni di recupero dai minimi e tutto ciò che non dovesse battere in negativo le aspettative comunque non rosee da parte degli analisti sui risultati delle aziende, potrebbe paradossalmente aiutare ad ulteriori recuperi. Per quanto concerne lo S&P500, ci troviamo al cospetto di una zona di prezzi molto importante, che si muove tra 2850 e 2890, un’area che dev’essere superata per poter condurre a tentativi di estensione ulteriore verso 2930, il 61.8% del ritracciamento di Fibonacci di tutta la discesa, mentreper quanto concerne il Dax, ieri abbiamo assistito ad un importante movimento di decorrelazione con le borse americane. Se osservate la price action dei due indici, abbiamo avuto lo S&P500 che nel primo pomeriggio è andato a rompere a rialzo con il Dax che ha seguito il movimento solo in seguito, arrivando a tentare la rottura dell’area di massimo posta intorno a 10.800 punti, area dalla quale è partito un importante storno, avvenuto su entrambi gli indici. Quando gli indici sono andati a ripartire, lo S&P500 è riuscito a recuperare i massimi, andando anche a romperli e portandosi per l’appunto in area 2850, con il Dax che invece non è stato in grado di raggiungere i massimi toccati in precedenza in area 10.800, fermandosi intorno all’area 10.750. Un dax che quando lo S&P500 veniva venduto sul brevissimo periodo scendeva insieme all’indice americano. Correlazioni dunque positive sulle discese, correlazioni negative sulle salite, un primo segnale di allarme che potrebbe iniziare ad indicare pesantezza da parte dei listini europei rispetto a quelli d’oltre oceano, a contare il mancato interventismo per il momento delle autorità europee a difesa dell’Unione. Nulla d definitivo, ma qualcosa da iniziare a considerare all’interno degli scenari intramarket.
L’oro continua a mostrare dei buoni movimenti di ripartenza a rialzo, con i prezzi spot che hanno consolidato sopra quota 1700 e sui quali occorrerà verificare la creazione di correlazioni con le borse o con il dollaro americano. Il dollaro attualmente mostra delle lievi vendite dovute a situazioni tecniche, nulla di macro sta intervenendo e l’oro sta mostrando delle salite, non ascrivibili attualmente alla perdita di valore del biglietto verde. Le borse hanno mostrato un momento di pausa sul recupero delle ultime settimane e se dovessimo assistere a tentativi di nuove discese, in seguito a trimestrali deludenti, questo potrebbe iniziare a spingere ulteriormente l’attenzione degli investitori sul metallo giallo. Ricordiamo che inizialmente (se ci riferiamo a questa crisi), l’oro era stato venduto pesantemente in quanto tutti gli investitori erano alla ricerca di liquidità. Ora che la situazione è più chiara a livello di aspettative, abbiamo assistito a nuovi flussi di capitale in ingresso sul metallo. Attenzione.
Oro – grafico h4
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